Sembra una storia senza fine quella riguardante il rinnovo dei contratti statali, in particolare, quelli relativi al comparto della Scuola.
Nonostante le rassicurazioni delle Ministre Madia e Fedeli che ribadiscono che il rinnovo contrattuale ad oltre tre milioni di dipendenti pubblici del comparto Scuola ed Istruzione avrà esito positivo, le trattative si fanno sempre più complicate. Al centro della discussione e dello “scontento: il blocco dei rinnovi contrattuali e gli aumenti saariali insufficienti.
Scuola: si complicano le trattative in materia di rinnovo contrattuale
Dopo otto anni che si attende lo “sblocco” per procedere con il rinnovo dei contratti statali da parte dei dipendenti pubblici impiegati nel comparto scolastico, le trattative si fanno sempre più complicate.
Per gli oltre 3 milioni di dipendenti ed addetti al comparto Scuola il rinnovo contrattuale appare sempre più un “miraggio” e si allontana sempre di più la possibilità che si possa “sbloccare” qualcosa.
Nonostante le rassicurazioni delle Ministre Fedeli e Madia, continua il “braccio di ferro” tra l’Aran e i sindacati, relativamente all’aumento degli stipendi, ritenuto dai rappresentanti del corpo Docenti e del personale Ata insufficiente, ed al rinnovo dei contratti.
Infatti, si tratterebbero di aumenti “irrisori” che si aggirano sugli 85 euro lordi ovvero all’incirca 40 euro netti di incremento salariale. Una vera “miseria” dopo oltre 8 anni di “blocco” e di lunghe attese da parte dei dipendenti statali del Settore Scuola ed Istruzione.
Purtroppo, a “scontentare” le pretese dei Docenti e del Personale ATA sarebbero proprio le insufficienti risorse destinabili al settore, come sottolinea Orizzonte Scuola.
Un altro “dolente” argomento oggetto di lamentale e di scontento riguarda il problema dei permessi dato che a rendere complicato l’accordo tra le parti è la disciplina delle ore di lavoro straordinario svolte dal personale docente.
Con il rinnovo si vorrebbero rendere obbligatorie le ore di lavoro svolte in più dal personale scolastico concedendo ai Presidi la possibilità di ricorrervi alcun limite per il numero di incarichi da affidare al corpo dei Docenti che ancora attende, dopo otto anni, una soluzione definitiva.

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