La Legge di stabilità varata lunedì dal Consiglio dei Ministri, da 11,6 miliardi di euro per il 2014, ha previsto tagli consistenti alle spese statali e amministrazioni pubbliche.

Il Provvedimento maggiormente atteso dal ddl stabilità ossia la riduzione del cuneo fiscale, vede una media di 13-14 euro in più in busta ad ogni lavoratore, pochini per un Paese che non vuole continuare a perdere reddito e PIL, e vuole uscire dalla recessione.

La legge di stabilità ha previsto una sforbiciata alle pubbliche amministrazioni di euro 3,5 mld«di cui 2,5 mld a carico del bilancio dello Stato, e 1 mld di tagli alle Regioni».

Nel testo iniziale della legge di stabilità per il 2014 è compresa anche la dismissione di immobili pubblici, la revisione della fiscalità delle perdite di istituti bancari, assicurazioni e altri intermediari finanziari.

A questi vanno aggiunti 500 mln di euro che arriveranno dalla reintroduzione delle disposizioni sulle rivalutazioni del valore delle partecipazioni ad imprese.

La legge di stabilità ha previsto inoltre interventi fiscali per 1,9 mld di euro, con l’aumento di 900 mln di euro per imposta di bollo sulla detenzione di attività finanziarie e 500 mln che il governo ha previsto di incassare con la riorganizzazione  delle tax espenditures.

In totale per il 2013 i predetti importi sommano a 8,6 miliardi di euro, a cui si aggiungono 3 miliardi per lo sforamento del deficit ammissibile entro il 3%.

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