La disoccupazione ha raggiunto livelli allucinanti dice Renzi, il 12,9%, ma dimentica i lavoratori in nero che sono circa 3 milioni, a cui con il job act vuole dare altre indennità oltre ai soldi fuori busta. “E’ l’elettorato PD che lo impone”.

lavoro nero aspi job act evasione fiscaleL’opinione pubblica condanna fermamente l’evasione fiscale, imputata sempre e solo alle imprese, ma dimentica «colpevolmente» l’evasione “con doppio danno”  DEL LAVORO NERO CON RICONOSCIMENTO DELLA INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE.

Il lavoro nero in rapporto ai disoccupati: evasione silente.

I lavoratori  in nero sono quasi 3 milioni (cgia di Mestre) e con le loro prestazioni invisibili creano 100 miliardi di Pil irregolare (6,5% rispetto al Pil nazionale), sottraendo allo Stato “un gettito di 42,7 miliardi di euro l’anno”. Sono questi i numeri elaborati dalla CGIA di Mestre che ci consentono di dimensionare il fenomeno del LAVORO SOMMERSO  presente in Italia.

Se l’introduzione di un  condono fiscale invoglia a nuova evasione, da parte di commercianti e autonomi, il job act di Renzi INVOGLIA AL LAVORO NERO PER PERCEPIRE NUOVA ASPI.

Si impone quindi un auto-esame di coscienza, anche quando si fa parte di quell’opinione pubblica giustizialista.

Vogliamo chiedere ai colleghi consulenti, gli unici ad avere il polso della reale situazione,  di difendere le imprese e non permettere la loro condanna  ” ad nutum” senza DENUNCIARE CONTESTUALMENTE L’ENORME INDOTTO DEL LAVORO NERO, che riceve anche l’assistenza.

VERIFICHE DEL LAVORO  NERO – GLI ISPETTORI DEL MINISTERO.

Il Ministero del Lavoro è deputato a verificare, sul territorio, i soggetti veramente disoccupati che  hanno diritto all’ASPI.

Il Job Act di Renzi è da rivedere sui dati reali.

Quel 12,9 % di formali disoccupati diventano LA META’ se togliamo i lavoratori in nero, e ricevono anche i sussidi dallo Stato. Sono circa 3 milioni i lavoratori in nero, come sopra detto, 42 miliardi di evasione fiscale a cui dobbiamo però aggiungere L’ASPI PERCEPITA INDEBITAMENTE.

IL LAVORO IN NERO QUINDI PRODUCE UN DOPPIO DANNO, EVASIONE E ASSISTENZA DA PARTE DELLO STATO, ALTRO CHE EVASIONE DI IMPRESE E AUTONOMI.

FUORI CONCORSO, LE GRANDI IMPRESE, LEGATE ALLA POLITICA, CHE NON SOLO EVADONO LE TASSE, MA METTONO LE MANI NELLE TASSE ATTRAVERSO LA FINANZA AGEVOLATA.

Necessario un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. E’ usanza tutta italiana additare gli altri di illeciti senza ricordare i propri.

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