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Letta: instabilità politica costa 1,5 miliardi.

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Letta ieri, nell’ennesimo giorno di «ressa politica», per la decadenza di B. (“che è tempo sottratto ai provvedimenti urgenti per fronteggiare la grande crisi economica”) ha dichiarato “che la caduta del governo causerà un danno di circa 1 miliardi e mezzo di euro”.

Letta ha spiegato che l’andamento dello spread, di nuovo in risalita, porterà inevitabilmente a maggiori interessi sul debito pubblico, attualmente pari a circa 85 miliardi l’anno.

Dobbiamo plaudire il Presidente del Consiglio Enrico Letta,  che ha saputo “non reagire in maniera scomposta” alle tante critiche ricevute, sia dal PDL che dai malpancisti del PD.

Davvero una “fibra epatobiliare invidiabile”, leader di un governo “scalcinato”, frutto di una legge elettorale votata e voluta proprio per ottenere questi risultati: instabilità politica, situazione di ingovernabilità, cooptazione dall’alto dei parlamentari (e non dai bassi fondi popolari), mischiaticcia di potere politico che interviene sul potere giudiziario.

Al di là delle sentenze, della giunta per la decadenza, dei ricorsi a Strasburgo, o  in “Scandinavia”, il nostro Paese non può... anzi noi italiani non possiamo, tutti … sia piediellini, democratici, grillini, anarchici, mussoliniani o stalinisti, RIMANERE OSTAGGIO DI UN SOLO UOMO PER I SUOI PROBLEMI, dei quali onestamente non ce ne “FREGA” nulla, rispetto alle nostre piccole economie familiari ─ se non per le sceneggiate di qualche salotto serale ─ con degustazione di risse da bar portuali.

Sono vent’anni che aspettiamo “una vera destra capitalista moderata”,  capace di cambiare il Paese, mentre in realtà è stato cambiato solo il corso della vita politica e giudiziaria “di un solo uomo”, che con i suoi problemi ─ dei quali ripetiamo non ce ne può fregare di meno ─ indipendentemente SE A TORTO O RAGIONE.

L’importante è  “non cercare di risolvere i problemi di un Paese, attraverso provvedimenti che vadano bene anche per questa persona”.

Imoltre nessuno crede che la strana alleanza sia per il bene del Paese.

Se PD E PDL stanno insieme ci sarà un perchê? Non certamente per il bene degli italiani! E il fango che si buttano in faccia fra di loro è pura propaganda per mantenere i rispettivi elettorati, che non sanno il vero motivo della strana alleanza.

Sicuro di credere in un capitalismo sano, fatto da una destra vera, “non di proprietà”, prego si faccia da parte.

Cig scende a 7 mesi. Contrastare lavoro nero.

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Taglio CIG dal  2014. Scatterà dal prossimo anno il tetto di sette mesi.

In emissione il decreto interministeriale che contrae i criteri di accesso alla Cig che costituisce la protezione per i lavoratori delle micro imprese in crisi.

Sarà previsto anche un limite temporale di 12 mesi, da calcolare per il biennio ai fini dell’ottenimento della CIG.

L’esecutivo sta riscrivendo le norme per il sostegno del reddito al fine di evitare un utilizzo distorto del beneficio, quasi considerato come una sorta di reddito di cittadinanza e spesso utilizzato contestualmente a un lavoro in nero.

Il provvedimento è necessario per comprimere l’aumento del fabbisogno di risorse necessarie per gli amortizzatori sociali.

22,7 miliardi di euro speso solo nel 2012 sembrano eccessivi.

Sicuramente non tutti erogati a disoccupati effettivi, che come detto, spesso svolgono altro lavoro non dichiarato.

Se non fosse così, ci sarebbe stata una marcia su Roma di tutti i nuovi disoccupati compreso sindacati.

Assistenza sì ma frode no, a danno dei contribuenti, e delle imprese sempre tacciate come il male del Paese.

L’Inps controllerà l’utilizzo della CIG,mese per mese e regione per regione.

In questo modo si potranno segnalare assorbimenti anomali della CIG a fronte di un economia in leggera ripresa, e contrastare il fenomeno di utilizzi distorti di benefici destinati ad effettivi senza lavoro.

Ogni cittadino che paga le tasse dovrebbe denunciare fenomeni distorti di utilizzo di benefici: è un dovere verso sè stessi e la collettività.

Dichiarazione infedele: è reato quando si superano determinati limiti.

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Penalmente perseguibile, come reato penale, la dichiarazione  infedele, quando si superano determinati limiti previsti dalla legge.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione nella sentenza n. 36894 dep. il 9-9-2013.

Per il delitto di dichiarazione dei redditi infedele è decisivo il superamento della soglia minima di legge.

A seguito di verifica effettuata ad una società di capitali, veniva rilevata una operazione di cessione di partecipazioni ritenuta reato di elusione fiscale.

La Procura della Repubblica, investita del ricorso per il superamento della soglia oltre la quale scatta il reato penale di dichiarazione infedele, comminava  il sequestro preventivo dei beni, al finr di preservarlr contro eventuali disposizioni di distrazione degli stessi beni.

Il contribuente proponeva ricorso in Cassazione contro la Pronuncia del tribunale del riesame,  che aveva confermato la misura cautelare di sequestro.

Il contribuente sosteneva le diverse modalità di rilievo delle responsabilità per dichiarazione infedele in campo penale e in quello tributario.

Tesi respinta dalla Cassazione, che ha ritenuto nella fattispecie la dichiarazione infedele, reato penale.

Redditometro: acquisto di immobili e investimenti.

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Il Redditometro nel restyling attuale, ha previsto che qualsiasi tipo di spesa sostenuta rilevi nel periodo d’imposta in cui sia stata effettivamente pagata, e quindi anche l’acquisto di  immobili pagati per intero nell’anno.

In particolare gli investimenti rilevano in questo modo:

* (Reddito dichiarato) + (Investimenti dell’anno) – (Disinvestimenti dell’anno) – (Disinvestimenti netti nei quattro precedenti) = REDDITO RICALCOLATO.

Sembra assurdo però che a tale calcolo, a quanto sembra, non vengano DETRATTI  «i redditi conseguiti nei quattro anni precedenti» che potrebbero essere stati in parte risparmiati dal contribuente.

Ma andiamo per ordine.

Ai fini del redditometro conta l’esborso FINANZIARO effettivo sostenuto nell’anno oggetto di accertamento induttivo,  compreso quello per investimenti, come ad esempio l’acquisto di un immobile.

E’ ovvio che gli investimenti e gli incrementi patrimoniali,  debbano essere considerati con una diversa regolamentazione, in quanto l’asset finanziario disinvestito per l’acquisto, può derivare dal risparmio di diversi anni di attività.

Il redditometro in tale fattispecie accertativa, è stato radicalmente trasformato rispetto a prima, infatti nella versione precedente,  l’investimento per l’acquisto di immobili veniva considerato per 1/5 nell’anno di acquisto e per i 4/5 per ogni anno precedente.

Tale quinto veniva sommato al reddito ricostruito, ai fini del confronto con il reddito dichiarato.

Oggi il redditometro nella sua ultima versione, tratta gli investimenti in modo diametralmente opposto, in particolare questi rilevano nell’anno del controllo secondo il seguente calcolo:

INVESTIMENTI EFFETTUATI NELL’ANNO  ─ DISINVESTIMENTI EFFETTUATI NELL’ANNO ─ DISINVESTIMENTI NETTI EFFETTUATI NEI QUATTRO ANNI PRECEDENTI L’ACQUISTO ─ IMPORTO FINANZIATO.

Tale presunzione a dire il vero non considera, come detto, i redditi percepiti nei quattro anni precedenti.

Il contribuente può ovviamente opporre congrue giustificazioni che dimostrino la coerenza del dichiarato.

ESEMPIO di controllo da redditometro:

ANNO DI CONTROLLO 2010: Reddito dichiarato Euro 50.000,00.

ACQUISITO IMMOBILE 2010: Euro 250.000,00.

DISINVENSTIMENTI 2010 : ZERO.

DISINVENSTIMENTI NETTI ANNI PRECEDENTI : ZERO.

SECONDO IL FISCO IL CONTRIBUENTE IN TALE ESEMPIO avrebbe dovuto conseguire nel 2010 un reddito di 300.000 euro per non incorrere nel controllo da redditometro e nell’inevitabile accertamento induttivo.

Ai fini della fantascientifica ricostruzione del reddito, inspiegabilmente non vengono considerati i redditi percepiti negli anni PRECEDENTI, che il contribuente potrebbe evidentemente aver in parte risparmiato.

E’ chiaro che tali redditi di anni precedenti, che si vogliono portare a giustificazione dell’INVESTIMENTO, dovranno essere capienti rispetto al fabbisogno familiare, e quindi abbastanza elevati per poter provare che una parte sia andata investimenti finanziari.

A cura di Ga Merola

 skype gmer06 – twitter: @synacta

Amministratore di fatto: paga con suo patrimonio.

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L’amministratore di fatto di una società, risponde con i propri beni, per le violazioni perpretate dalla società rappresentata, creata al solo fine fraudolento di evadere l’Imposta sul valore aggiunto.

L’evasione fiscale è attribuita alla persona fisica che ne riceve il beneficio, anche ideatore della frode fiscale, tramite la costituzione di diverse aziende finalizzate alla elusione degli obblighi IVA.

E’ quanto stabilito dalla Corte di  Cassazione nella sentenza n. 19716 del 28 agosto 2013.

Rispetto alla condanna emessa dai giudici della Corte di Appello, i giudici di legittimità hanno dichiarato infondati i ricorsi di parte soccombente.

La Corte suprema ha confermato che la CTR ha EVIDENZIATO CORRETTAMENTE  le motivazioni con le quali hanno considerato l’amministratore di fatto l’ideatore della società tedesca e l’ autore e beneficiario delle violazioni sulla scorta della documentazione esaminata (documenti fiscali e finanziari).

Dalla documentazione emergeva l’evidenza che  l’attività gestionale della società tedesca era svolta direttamente dal ricorrente, presso la cui azienda italiana trovavano il proprio indirizzo altre imprese, riconducibili alla stessa persona – coinvolte in falsi scambi intra-comunitari, ed esclusivamente  finalizzati all’ evasione delle imposte per personale vantaggio dell’amministratore di fatto e non della società.

Giuste quindi le decisioni che comminavano al ricorrente l’applicazione delle sanzioni e non alla società.

Al riguardo, la Cassazione precisa che l’articolo 7 del DL 269/2003 vuole regolamentare le ipotesi in cui vi sia una differenza tra trasgressore e contribuente.

Nello specifico, si vuole differenziare l’ipotesi di un amministratore di persona giuridica che, in forza del proprio incarico, compie violazioni nell’interesse della società,  e nel caso di specie, invece, compie violazioni nell’interesse proprio, del ricorrente amministratore di fatto a cui saranno richieste le imposte evase.

Coniuge superstite: ha diritto all’uso di casa e mobili.

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Il coniuge superstite ha diritto all’uso dell’abitazione familiare e dei mobili condivisi con il “de cuis”, non solo per le ipotesi di successione testamentaria ma anche per successione in quota legittima.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione – II sezione – con la Sentenza n° 20703 del 10 settembre 2013.

Infatti l’art. 540 secondo comma del Codice Civile prevede che qualora il coniuge superstite concorra con altri soggetti alla successione, gli sono riservati il diritto di abitazione della casa familiare e l’uso dei mobili e arredi interni, se di proprietà comune o anche esclusivi del defunto.

Tali diritti riservati esclusivamente al coniuge superstite (anche se i beni sono ereditati anche da altri) spettano sulla casa per la porzione disponibile e su quella di riserva sia del coniuge che dei figli.

E’ il caso in cui i beni del “de cuis” succedono in quota legittima al coniuge e ai figli o ad altri familiari.

I giudici della Cassazione hanno stabilito che tale norma si applica anche alla successione legittima.

L’articolo 584 comma 1 del Codice Civile, che disciplina le successioni legittime, prevede l’applicabilità del dettato normativo al coniuge superstite putativo. Sarebbe contrario per questo – hanno proseguito i giudici – al principio di uguaglianza se il coniuge putativo fosse trattato in modo più favorevole rispetto al coniuge superstite legittimo.

Per questo il rigetto del ricorso con cui altri eredi chiedevano il possesso dei mobili della casa familiare.

Da dicembre i medici invieranno all’INPS il certificato di gravidanza.

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Con il decreto «del fare», saranno i medici a dover fare le trasmissioni telematiche del certificato di gravidanza e di interruzione, direttamente all’INPS in via telematica.

Il certificato di gravidanza, quini non solo redatto ma anche inviato all’INPS dal proprio medico curante,  dovrà  indicare la data presunta del parto per poter calcolare i 5 mesi di astensione obbligatoria dal lavoro.

Le nuove modalità di trasmissione TELEMATICA, già operative per i certificati di malattia, saranno ATTUATE dopo l’emissione del decreto interministeriale LAVORO-SALUTE-ECONOMIA previsto per dicembre.

Come per il certificato di gravidanza, il medico curante, dovrà produrre on line anche il certificato di interruzione della gravidanza.

Il datore di lavoro potrà chiedere la documentazione direttamente all’INPS, che intanto l’avrà ricevuta dalla struttura sanitaria.

 

Visco vede la fine del tunnel.

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Ignazio Visco: “La recessione sta terminando, calo produzione si fermerà nei prossimi mesi, ma vi sono timori per l’instabilità politica”. 

Il Governatore di Bankitalia Visco ha dichiarato di intravedere segnali di ripresa del PIL, attualmente con segno negativo, ma è imminente, anche se non certa, la caduta del Governo Letta.

Intanto l’ISTAT taglia le stime del PIL 2013 con un – 2,1% di recessione anziché l’1,80% previsto da OCSE e Bankitalia.

Scuola: assunzione precari.

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Il decreto Scuola licenziato oggi dal Consiglio dei Ministri.

Prevede l’assunzione di 69mila unita tra amministrativi (42mila) e 27mila insegnanti in tre anni.

Stanziati per il rilancio della scuola 400 milioni di euro da spalmare nel triennio 2014-2016, che arriveranno dall’ accise sugli alcolici.

Dal 2014 saranno assunti 16mila unitá Ata per tre anni.

Introdotta un’ora di geografia generale ed economica in più negli istituti tecnici e professionali al biennio scolastico iniziale.

Libri di testo meno costosi. Nel provvedimento “Scuola” è stato previsto il modo per utilizzare le vecchie edizioni dei libri di testo.

Saranno disponibili 8 milioni di euro per l’acquisto di libri di testo ed e-book da dare in uso gratuito agli alunni in situazioni economiche disagiate.
I dirigenti scolastici avranno il compito di controllare il costo dei libri di testo.

Il decreto scuola ha trovato il consenso di molti e la soddisfazione del premier Letta.

Da molti anni non si investiva nella scuola e nella formazione scolastica, tramite il potenziamento della struttura docente.

Giunta del senato rinvia il voto a domani alle 20.00.

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Riprendiamo l’articolo pubblicato sul “Sole 24 ore on line” questa sera:

La Giunta del Senato per le elezioni e le immunità del Senato riunitasi oggi pomeriggio per occuparsi della decadenza di Silvio Berlusconi è stata aggiornata a domani sera alle 20.00.

Il Presidente della Giunta del Senato per le autorizzazioni Dario Stefano (SEL) ha spiegato che “il relatore ha illustrato tre proposte pregiudiziali e ci ha chiesto 24 ore per aggiornare un elemento. Domani alle 20 discuteremo e voteremo le pregiudiziali”.

«Sarà fatta una votazione unica», ha poi detto STEFANO.

Ha risposto poi alla domanda se le questioni pregiudiziali posto dal relatore AUGELLO, saranno discusse già domani ed ha risposto “credo di sì”. Aggiungendo “di non voler fare presto, ma di essere seri e credibili rispettando il regolamento».

Per le dichiarazioni di Schifani che ha detto: “se la Giunta del Senato domani vota cade il Governo”, Dario Stefano ha detto che «é una dichiarazione che non mi riguarda. Io ho un ruolo che devo rispettare».

Il relatore Andrea Augello (Pdl) avrebbe chiesto che la Giunta del Senato si rivolgesse alla Corte di giustizia Ue con sede in Lussemburgo per verificare se la legge Severino violi i principi del diritto comunitario.

Tenendo conto delle appartenenze politiche dei membri di Giunta del Senato, i rapporti di forza sono sfavorevoli al PDL: 8 contro la decadenza 14 senatori voterebbero a favore.

Nota:
Pregiudiziali fanta-giuridiche.

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