Penalmente perseguibile, come reato penale, la dichiarazione  infedele, quando si superano determinati limiti previsti dalla legge.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione nella sentenza n. 36894 dep. il 9-9-2013.

Per il delitto di dichiarazione dei redditi infedele è decisivo il superamento della soglia minima di legge.

A seguito di verifica effettuata ad una società di capitali, veniva rilevata una operazione di cessione di partecipazioni ritenuta reato di elusione fiscale.

La Procura della Repubblica, investita del ricorso per il superamento della soglia oltre la quale scatta il reato penale di dichiarazione infedele, comminava  il sequestro preventivo dei beni, al finr di preservarlr contro eventuali disposizioni di distrazione degli stessi beni.

Il contribuente proponeva ricorso in Cassazione contro la Pronuncia del tribunale del riesame,  che aveva confermato la misura cautelare di sequestro.

Il contribuente sosteneva le diverse modalità di rilievo delle responsabilità per dichiarazione infedele in campo penale e in quello tributario.

Tesi respinta dalla Cassazione, che ha ritenuto nella fattispecie la dichiarazione infedele, reato penale.

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