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Assegni familiari 2018: nuovi limiti reddituali, chiarimenti INPS

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INPS con la pubblicazione della Circolare n.10 del 24 gennaio 2018 ha fornito interessanti dettagli e chiarimenti in merito alla “rivalutazione dei limiti reddituali familiari ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione e dei limiti di reddito mensili per l’accertamento del carico”, come sancito dallo stesso contenuto riportato sulla Circolare.
Si ricorda che si tratta di novità e di disposizioni che vengono applicate ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti e i pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi. Tutte queste categorie appartengono alla pletora dei soggetti esclusi dalla normativa sull’assegno per il nucleo familiare.
La Circolare INPS n.10 è chiara nel sancire che nei confronti delle categorie di soggetti sopra richiamati (coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti e i pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi) la cessazione del diritto alla corresponsione dei trattamenti di famiglia non fa venire meno la perdita del beneficio di altri diritti dipendenti dalla vivenza a carico e/o ad essa connessi.
Ai fini dell’abolizione o della riduzione della corresponsione degli importi degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione dei trattamenti previdenziali da lavoro autonomo, i limiti reddituali familiari vengono rivalutati in ragione del tasso d’inflazione (pari allo 0,9% nel 2017).
In allegato alla Circolare sono state allegate ed aggiornate le tabelle da applicare a partire dal 1° gennaio 2018 nei confronti dei soggetti esclusi dalla normativa ovvero per: coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti e i pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi.
Dal primo gennaio 2018 si ricorda che il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti risulta ad euro 549,71 ed i limiti di reddito mensili da considerare ai fini del riconoscimento del diritto a vedersi erogati gli assegni familiari risultano essere fissati a:

  • euro 1250,58 per due genitori ed equiparati,
  • euro 714,62 per il coniuge, per un genitore, per ciascun figlio od equiparato.

In caso di presentazione dell’istanza per l’erogazione di assegni familiari per fratelli, sorelle e nipoti valgono i nuovi limiti di reddito validi a partire dal primo gennaio 2018.

Novità Esame di Terza Media 2018: tutti i dettagli

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Novità in vista per tutti i ragazzini che quest’anno 2018 dovranno affrontare l’Esame di Terza Media 2018: si tratta importanti e graduali cambiamenti che saranno apportati con il tempo e le cui prime indicazioni giungono dal MIUR.
Le novità sulle modalità di svolgimento della Prova finale di terza media 2018 sono diverse ed è importante già da oggi conoscere cosa cambierà per essere pronti ad affrontare nel migliore dei modi uno degli step più importanti nella vita scolastica di ogni ragazzino, pronto ad uscire dalla scuola media inferiore per proseguire la sua carriera alle superiori.
Esame di Terza Media 2018: quali novità in vista?
Tra il 4 e il 21 aprile 2018 saranno espletate le famose Prove Invalsi 2018 che non peseranno più sulla valutazione e giudizio finale rispetto agli scorsi anni.
Inoltre, si giungerà gradualmente alle nuove modalità di espletamenti della prima prova in italiano e alle nuove regole concernenti la non possibilità di essere ammessi all’esame finale di Terza Media.
La nuova Riforma della Ministra Fedeli prevede che il giudizio finale tenga pienamente conto della valorizzazione dell’iter carrieristico maturato da alunne e alunni durante il triennio di studi.
L’esame di terza media 2018 prevede il sostenimento e superamento di quattro prove, di cui tre prove scritte nelle discipline italiano, matematica e lingue straniere e la prova orale finale (previo superamento degli scritti).
La prova orale valuterà anche le competenze in materia di Cittadinanza e Costituzione, oltre alla capacità dello studente di collegare le materie, sviluppare un pensiero ed analisi critica e riflessiva, risolvere problemi e capacità di argomentare e di dimostrare di aver raggiunto, nel corso del triennio, la maturità di saper affrontare un nuovo percorso carrieristico, le scuole superiori.
Ad ogni prova scritta ed al colloquio orale viene attribuito un voto in decimi senza alcuna frazione decimale, in questo modo la Commissione d’Esame determina la media dei voti delle prove scritte e del colloquio orale esprimendo un unico voto senza alcun arrotondamento.
Si ricorda che si ritiene superato l’Esame di Terza Media 2018 se si consegue un voto finale non inferiore a 6/10. Inoltre, con deliberazione assunta all’unanimità dei componenti della Commissione è possibile attribuire la lode agli studenti che hanno conseguito un voto di 10/10.

Bonus Asilo Nido 2018: quali sono i requisiti necessari?

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Già dal mese di luglio 2017 è possibile presentare la domanda per richiedere il Bonus Asilo Nido 2018, misura agevolativa utile e fruibili per la frequenza di asili nido pubblici e privati.
Questo Bonus viene erogato sotto forma pagamento della retta d’iscrizione del bambino per un ammontare di 1000 euro per la durata massima di 36 mesi. Quali sono i requisiti necessari per presentare l’istanza relativa al Bonus Asilo Nido 2018? Scopriamoli in questa guida.
Bonus Asilo Nido 2018: quali sono i requisiti necessari?
Per quanto concerne i requisiti necessari richiesti per poter ottenere il Bonus Asilo Nido 2018, la normativa sancisce che tutti i bambini nati dal primo gennaio 2016 che risultano essere iscritti ad una struttura scolastica pubblica o privata possono beneficiare dell’agevolazione.
Non solo, anche i bambini malati gravi che non possono uscire di casa in quanto impossibilitati a raggiungere l’asilo nido ed affetti da patologie croniche, possono beneficiare delle cure assistenziali e domiciliari.
Dunque, l’istanza per la richiesta del Bonus Asilo Nido 2018 può essere richiesta da tutti i nuclei familiari residenti sul territorio nazionale con nuovi nati a partire dal 2016 senza dover presentare l’ISEE e senza attestare di essere in possesso di determinati requisiti economici.
L’importante è che il bambino sia nato non prima del 31 dicembre 2015 e sia iscritto regolarmente ad un Asilo Nido privato o pubblico.
Il genitore istante che paghi la retta per perfezionare l’iscrizione del piccolo all’Asilo Nido, deve allegare alla domanda di richiesta del Bonus Asilo Nido la ricevuta comprovante l’avvenuto pagamento.
Il genitore istante potrà ottenere la misura dell’assegno di importo pari a 1000 euro per ogni anno di iscrizione fino ad un massimo di 3 volte e, se il bambino viene iscritto in modalità parziale, la misura economica spetta solo in parte.
Altri requisiti ad hoc sono quelli ascrivibili al fatto che il bambino deve avere la stessa residenza dei genitori istanti e ognuno di essi deve godere della cittadinanza italiana, comunitaria o extra comunitaria sul territorio nazionale.
Nel caso in cui si tratti di genitori extra comunitari è richiesto il permesso di soggiorno CE o la carta di soggiorno;
Inoltre, possono presentare l’istanza di richiesta del Bonus Asilo Nido 2018 anche i genitori di bambini con meno di 3 anni che sono affetti da malattie gravi e croniche e non possono frequentare gli Asili nido.
Per presentare l’istanza è necessario documentare ed allegare tutta la certificazione del medico pediatra.

Scuola: “stenta” il rinnovo contratti statali, aumenti di stipendio insufficienti

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Sembra una storia senza fine quella riguardante il rinnovo dei contratti statali, in particolare, quelli relativi al comparto della Scuola.
Nonostante le rassicurazioni delle Ministre Madia e Fedeli che ribadiscono che il rinnovo contrattuale ad oltre tre milioni di dipendenti pubblici del comparto Scuola ed Istruzione avrà esito positivo, le trattative si fanno sempre più complicate. Al centro della discussione e dello “scontento: il blocco dei rinnovi contrattuali e gli aumenti saariali insufficienti.
Scuola: si complicano le trattative in materia di rinnovo contrattuale
Dopo otto anni che si attende lo “sblocco” per procedere con il rinnovo dei contratti statali da parte dei dipendenti pubblici impiegati nel comparto scolastico, le trattative si fanno sempre più complicate.
Per gli oltre 3 milioni di dipendenti ed addetti al comparto Scuola il rinnovo contrattuale appare sempre più un “miraggio” e si allontana sempre di più la possibilità che si possa “sbloccare” qualcosa.
Nonostante le rassicurazioni delle Ministre Fedeli e Madia, continua il “braccio di ferro” tra l’Aran e i sindacati, relativamente all’aumento degli stipendi, ritenuto dai rappresentanti del corpo Docenti e del personale Ata insufficiente, ed al rinnovo dei contratti.
Infatti, si tratterebbero di aumenti “irrisori” che si aggirano sugli 85 euro lordi ovvero all’incirca 40 euro netti di incremento salariale. Una vera “miseria” dopo oltre 8 anni di “blocco” e di lunghe attese da parte dei dipendenti statali del Settore Scuola ed Istruzione.
Purtroppo, a “scontentare” le pretese dei Docenti e del Personale ATA sarebbero proprio le insufficienti risorse destinabili al settore, come sottolinea Orizzonte Scuola.
Un altro “dolente” argomento oggetto di lamentale e di scontento riguarda il problema dei permessi dato che a rendere complicato l’accordo tra le parti è la disciplina delle ore di lavoro straordinario svolte dal personale docente.
Con il rinnovo si vorrebbero rendere obbligatorie le ore di lavoro svolte in più dal personale scolastico concedendo ai Presidi la possibilità di ricorrervi alcun limite per il numero di incarichi da affidare al corpo dei Docenti che ancora attende, dopo otto anni, una soluzione definitiva.

Pignoramento Pensione 2018: che cos’è e come funziona?

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Il pignoramento presso terzi consiste in una procedura formale esecutiva, che ha come obiettivo quello di procedere con il recupero dell’obbligazione da parte del soggetto creditore, mediante azione diretta dell’INPS sull’assegno trattamento previdenziale ricevuto dal soggetto pensionato.
Come funziona il Pignoramento Pensione 2018?
Il soggetto creditore che voglia soddisfarsi sulle obbligazioni dovute dal pensionato (insolvente) può agire attraverso il pignoramento dell’assegno pensione al fine ultimo di recuperare il credito vantato nei confronti del debitore.
Mediante la procedura formale ed esecutiva, il soggetto creditore agisce mediante azione di pignoramento sul quantum debeatur direttamente sulla pensione del soggetto inadempiente.
La somma pignorata sul trattamento pensionistico ricevuto deve avvenire rispettando certi limiti sanciti dalla normativa emanata Dl 83/2015 recante “Misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria”.
In buona sostanza, il soggetto pensionato (debitore) che non adempie al pagamento dell’obbligazione entro i termini sanciti dal soggetto debitore è sottoposto ad azione di pignoramento da parte del soggetto creditore.
Per procedere al recupero del credito, il creditore deve rivolgersi al giudice competente per far emettere un decreto ingiuntivo nei confronti del pensionato inadempiente.
Una volta ricevuta la notifica dell’atto di precetto (atto formale contenente l’intimazione al pagamento dell’obbligazione dovuta) il debitore si deve attivare per pagare la somma dovuta al debitore onde evitare di incorrere all’espropriazione del bene.
Una volta che saranno trascorsi 10 giorni, senza che il pensionato paghi, il creditore ha diritto a notificare il pignoramento sia al pensionato che ad un terzo soggetto (l’INPS o altro ente pensionistico, Banca o la Posta, presso cui il pensionato riceve l’accredito del trattamento pensionistico).
Una volta che il terzo soggetto ha ricevuto l’atto formale di pignoramento del trattamento previdenziale, parte il blocco delle somme fino a nuove disposizioni da parte del giudice.
Il creditore riceve la comunicazione dell’azione di pignoramento sulla somma dovuta dal pensionato e soddisfa la propria pretesa.

Sport bonus 2018: come funziona?

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Sport Bonus 2018 è il nuovo credito d’imposta introdotto dalla Legge di Bilancio e fruibile da parte delle imprese che decidono di investire in palestre ed impianti sportivi.
L’agevolazione fiscale consiste in un credito d’imposta di importo pari al 50% della donazione effettuata: si ricorda che entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018 viene reso operativo.
Si tratta di una misura agevolativa approvata dalla Legge di Bilancio 2018 ed introdotta in quanto Italia, da una recente indagine, si pratica ancora poca attività e disciplina sportiva (il 60% della popolazione italiana dichiara di non fare attività fisica). Ecco perchè è così rilevante sostenere e promuovere l’attività sportiva.
Sport Bonus 2018: che cos’è?
L’art. 1 comma 363 della Legge di Bilancio 2018 ha introdotto un’agevolazione fiscale ovvero un credito d’imposta nella misura del 50% per le erogazioni liberali fino a 40.000 euro che vengono sostenute per gli interventi di ristrutturazione o di restauro di impianti e strutture sportive pubbliche, anche se gestiti da soggetti concessionari privati.
Il Bonus in questione potrà essere richiesto nel limite del tre per mille dei ricavi annui e deve utilizzato nel rispetto dell’ammontare complessivo di 10 milioni di euro di spesa.
Inoltre, occorre ricordare che questa misura agevolativa deve essere utilizzata in compensazione in tre quote annuali di pari importo: lo Sport Bonus viene riconosciuto per tutti gli investimenti che vengono sostenuti ai fini della ristrutturazione di impianti e di strutture sportive pubbliche.
Sport Bonus: destinatari dell’agevolazione ed adempimenti necessari
Come sancito dalla stessa Legge di Bilancio 2018 l’agevolazione Sport Bonus è in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018 (salvo ulteriori proroghe) e prevede specifici adempimenti in capo al destinatario del contributo il quale è tenuto a comunicare immediatamente l’importo delle somme ricevute e la loro destinazione.
Inoltre, la normativa prevede che entro il 30 giugno di ogni anno successivo a quello di erogazione della donazione, tutti i soggetti beneficiari e destinatari del contributo devono comunicare lo stato di avanzamento dei lavori, mediante Report dettagliato sulle modalità di utilizzo delle somme che sono state ricevute.
Si ricorda che la Comunicazione deve essere inoltrata all’ufficio Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Modulo IRAP 2018: pronto il Modello sul sito Agenzia Entrate

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Pronto sul sito dell’Agenzia delle Entrate il Modello IRAP 2018 con la bozza di dichiarazione e le relative istruzioni: la scadenza per la presentazione della dichiarazione è stata fissata al 31 ottobre 2018 per effetto delle variazioni apportate al calendario degli appuntamenti con il Fisco introdotti con approvazione della Legge di Bilancio 2018.
Chi deve presentare il Modello IRAP 2018?
Sono tenuti a presentare il modello IRAP 2018 tutti i contribuenti obbligati a dichiarare l’imposta sulle attività produttive che esercitano abitualmente attività autonome organizzate dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi.
Dal tenore letterale della normativa sull’IRAP 2018, ben si comprende che il Modello approntato dal 22 gennaio 2018 sul sito dell’Agenzia delle Entrate deve essere presentato da queste categorie di contribuenti (personalità giuridiche), tenute all’adempimento del tributo.
Le società semplici, le società in nome collettivo ed in accomandita semplice, le società ed associazioni ad esse equiparate ai sensi dell’articolo 5 del Tuir devono entro il 31 ottobre 2018 procedere alla presentazione del Modello IRAP 2018. Parimenti anche per le amministrazioni pubbliche grava l’onere e l’adempimento tributario.
Chi è esonerato dal pagamento dell’IRAP?
I titolari di reddito agrario, i contribuenti del settore agricolo e pesca, di cui ditte individuali, società semplici e enti non commerciali, società di persone o di capitali, i contribuenti minimi che esercitano l’attività d’impresa, arti o professioni nell’ambito del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità e gli incaricati alla vendita a domicilio fruiscono dell’esenzione IRAP 2018.
Aliquota IRAP e Pagamento Modello F24 (Codici)
Per verificare l’aliquota IRAP da applicare e versare i soggetti passivi sopra delineati devono far riferimento alla Regione di residenza; si ricorda che l’aliquota base è del 3,9%.
Il pagamento dell’IRAP 2018 è fissato come da seguente calendario:

  • Saldo + primo Acconto IRAP: scadenza 30 giugno 2018;
  • Secondo Acconto IRAP: entro il 30 novembre 2018

Ecco i Codici tributo da utilizzare sul Modello F24:

  • Imposta regionale sulle attività produttive saldo codice tributo 3800
  • Interessi pagamento dilazionato tributi regionali codice tributo 3805
  • IRAP acconto seconda rata o acconto in unica soluzione codice tributo 3813
  • IRAP – versamento mensile – codice tributo 3858
  • IRAP acconto prima rata codice tributo 3812
  • IRAP – utilizzo in compensazione del credito d’imposta codice tributo 3883.

Agevolazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche

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La Legge di Bilancio 2018 ha riconfermato l’agevolazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche all’interno delle abitazioni.
Eliminare quello che può fungere da ostacolo all’accessibilità all’interno degli spazi abitativi e favorire la comodità ed il libero accesso e la piena fruizione delle mura domestiche senza problemi di deambulazione sono gli interventi che si rivelano necessari per il pieno espletamento delle attività più basilari, come il salire o scendere da una scala per accedere al piano superiore.
Per questo il Legislatore anche per il corrente anno 2018 ha previsto e riconfermato per gli interventi rivolti all’eliminazione delle barriere architettoniche la possibilità di fruire di un’importante detrazione ai fini Irpef da “spalmare” in dieci quote annuali di pari importo.
Eliminazione barriere architettoniche: detrazioni fiscali
La detrazione fiscale che è stata approvata e riconfermata con la Legge di Bilancio 2018 non può essere fruita contemporaneamente alla detrazione del 19% a titolo di spese sanitarie concernenti i mezzi necessari al sollevamento di una persona con disabilità.
Rientrano nell’agevolazione tutte le spese che sono state sostenute dalle famiglie italiane per ascensori e montacarichi, per elevatori esterni all’abitazione, per la sostituzione di gradini con rampe e quelle per la realizzazione di strumenti che favoriscono la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave.
Per tutto il 2018 sono state confermate le detrazioni Irpef per lavori di ristrutturazione e interventi domestici pari al 50%, da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2018.
Per le prestazioni di servizi relative all’appalto di questi lavori, è inoltre applicabile l’aliquota Iva agevolata del 4%, anziché quella ordinaria.
È, inoltre, possibile usufruire della detrazione del 19% sull’acquisto di mezzi necessari al sollevamento del disabile, tra le spese sanitarie: ricordiamo che questa agevolazione non è fruibile contemporaneamente a quella per i lavori di ristrutturazione.
La stessa detrazione al 19% può essere applicata sugli oneri sostenuti per acquistare altri ausili che supportano la comunicazione e la mobilità domestica (telefoni, computer o tastiere espanse).
È inoltre possibile usufruire di fondi regionali erogati a fondo perduto per beneficiare di un contributo sulle spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.

Anno 2018: INPS celebra 120 anni di storia

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Il 2018 è un anno molto importante per l’INPS: oggi giovedì 25 e domani venerdì 26 gennaio si celebra il 120° anniversario dalla fondazione dell’Istituto di Previdenza Nazionale. Considerato il pilastro del sistema nazionale del welfare italiano, INPS gestisce la totalità della previdenza nazionale ed è considerato uno tra gli enti previdenziali più imponenti e complessi d’Europa.
Ecco le iniziative comunicate dall’INPS:
Per celebrare il 120° anniversario sono state organizzate diverse iniziative a Roma. Il 25 e il 26 gennaio si terranno due giornate di incontri. L’incontro di giovedì 25, incentrato su Trasparenza, informazione e consapevolezza previdenziale, sarà aperto dal Direttore Generale INPS Gabriella Di Michele e chiuso dal Presidente INPS Tito Boeri. Il giorno successivo si terrà l’incontro su Storia e sviluppi della protezione sociale. Le eccellenze dell’Inps, con la partecipazione di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
A Palazzo Wedekind, inoltre, sarà allestita una esposizione delle opere d’arte di proprietà dell’Istituto. L’esposizione sarà articolata su tre percorsi artistico-culturali: “Il lavoro”, “Tra le pieghe dell’animo… l’universo” e “Le città nell’arte”.
INPS: 120 anni di storia della Previdenza italiana
Nato nel 1898, con l’istituzione della Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai, un’assicurazione volontaria integrata da un contributo statale e da un contributo degli imprenditori, INPS è stato concepito proprio per garantire i lavoratori dal rischio di invalidità, vecchiaia e morte.
Attualmente sono oltre 440 le prestazioni erogate da INPS, di cui solo 150 di natura strettamente previdenziale: provvede, tramite distinte assicurazioni, alla tutela per i casi di invalidità, vecchiaia e di morte per i lavoratori subordinati di disoccupazione involontaria, di tubercolosi; eroga, l’assegno sociale ai cittadini ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito, l’assegno per il nucleo familiare, la pensione alle casalinghe e l’indennità di mobilità.
A decorrere dal 1996, alle tre gestioni speciali per i piccoli imprenditori (coltivatori diretti, coloni e mezzadri, artigiani, commercianti) si è aggiunta un ulteriore gestione separata (cosiddetta “quarta gestione”) per l’assicurazione dei soggetti che esercitano per professione abituale, attività di lavoro autonomo, dei parasubordinati, degli incaricati alla vendita a domicilio, degli esercenti attività di lavoro autonomo occasionale, etc.
Di particolare rilievo e importanza sono i poteri di controllo, vigilanza e accertamento che la legge ha attribuito all’INPS, oltre alla sua capacità di erogare prestiti, mutui, cessioni del quinto ai dipendenti del pubblico impiego.
INPS 2018: I numeri che contano
Ecco tutti i numeri INPS 2018:

  • 22,6 milioni di lavoratori assicurati;
  • 1,5 milioni di aziende iscritte;
  • 18,1 milioni di beneficiari di trattamenti pensionistici;
  • 2,6 milioni di beneficiari di trattamenti di invalidità civile;
  • 4,8 milioni di beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito;
  • 28,9mila dipendenti;
  • 359 agenzie, comprese quelle complesse;
  • 556 milioni di visitatori sul sito istituzionale;
  • 144 milioni di servizi erogati;
  • 828 miliardi di flussi finanziari complessivi.

 
 

Dichiarazione dei redditi pochi giorni ancora per evitare omissione…

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Dopo la proroga della spedizione della dichiarazione dei redditi al 31 ottobre 2017, chi non avesse potuto inviare la dichiarazione dei redditi 2017 relativa all’anno 2016, potrà ancora farlo entro il termine ultimo e improrogabile di 90 gg a decorrere dal 31 ottobre 2017 ossia entro il prossimo 29 gennaio 2018.
Per la regolarizzazione dovrà essere effettuato il versamento della sanzione ridotta, utilizzando il modello F24 con modalità telematiche, con l’indicazione del codice tributo 8911.
Clicca qui per approfindire…

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