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Bonus Asilo Nido 2018: partite le domande dal 29 gennaio 2018, come presentarle?

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Partito il timer per presentare le domande di richiesta del tanto atteso Bonus Asilo Nido 2018 come prorogato dalla stessa Legge i Bilancio: da ieri 29 gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2018 sarà possibile presentare l’istanza di richiesta della misura agevolativa prevista per i genitori che pagano le rette d’iscrizione all’Asilo Nido pubblico e/o privato per i figli, indipendentemente dall’ISEE della famiglia.
Inoltre, occorre ricordare che possono beneficiare del Bonus Asilo Nido 2018 anche le famiglie che hanno figli affetti da patologie gravi che richiedono l’assistenza domiciliare.
Come presentare la Domanda Bonus Asilo Nido 2018?
Per tutte le famiglie che hanno figli iscritti all’Asilo Nido pubblico e/o privato possono presentare la richiesta per vedersi erogato il Bonus Asilo Nido 2018, indipendentemente dall’ISEE e dai requisiti economici.
L’importante è che il bambino o la bambina (anche adottato e in affidamento) siano iscritti in una struttura scolastica ed il genitore esibisca la documentazione comprovante l’avvenuto pagamento della retta d’iscrizione al Nido.
Dal 29 gennaio al 31 dicembre 2018 sarà possibile presentare la domanda per richiedere il Bonus asilo nido e fruire dell’assistenza domiciliare per i bambini malati gravi.
Si ricorda di presentare prima possibile l’istanza dato che le risorse economiche destinate sono in esaurimento e non possono eccedere se la dotazione finanziaria di 250 milioni di euro. Infatti, una volta esaurite non si potrà più richiedere il bonus.
Si ricorda che l’istanza per richiedere il Bonus Asilo Nido 2018 va presentata direttamente dal soggetto interessato mediante il servizio approntato sul sito INPS, oppure rivolgendosi ai Patronati o altri Intermediari abilitati al servizio oppure contattando il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile.
Bonus Asilo Nido 2018: agevolazioni previste
Per chi è in possesso dei requisiti e presenta l’istanza per richiedere il Bonus Asilo Nido 2018 l’agevolazione per il genitore che paga le rette d’iscrizione del figlio in una struttura scolastica pubblica/privata è stanziata in 11 rate mensili da 90,91 euro per ammontare complessivo di 1000 euro all’anno per una massima durata di 36 mesi. Per quanto riguarda le forme di assistenza domiciliare, il bonus è riconosciuto in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche.

Bonus Assunzioni 2018: chi sono i destinatari?

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Fare ripartire il mercato occupazione italiano, si può? È questo quanto auspicato dal Governo italiano con l’introduzione del Bonus Assunzioni 2018 previsto per i datori di lavoro che assunto i giovani disoccupati under 35enni e le donne.
A chi spetta il Bonus Assunzioni 2018?
Tutti i datori di lavoro che dal primo gennaio 2018 intendono assumere all’interno della propria organizzazione aziendale giovani under 35enni, disoccupati e donne potranno beneficiare dello sgravio contributivo del 50%.
Dunque, il Bonus assunzioni giovani 2018 si inserisce a pieno titolo come una delle misure e degli strumenti volti a fare ripartire il mercato del lavoro, in particolare dell’occupazione giovanile e delle forze lavoro delle donne e dei disoccupati.
Creare posti di lavoro è, in fin dei conti, un obiettivo che il Ministro del Lavoro Poletti ha dichiarato più volte di voler conseguire e raggiungere; inoltre, i vantaggi non saranno solo fruibili da parte dei neo assunti, ma anche da parte dei datori di lavori.
Dunque, gli imprenditori potranno beneficiare del Bonus Assunzioni 2018 se assumeranno dal primo al trentuno di dicembre 2018 i giovani con un’età anagrafica under 35 anni a patto che questi non siano mai stati occupati con contratto indeterminato.
Successivamente, con lo scattare del 1° gennaio 2019 l’agevolazione sarà rivolta soltanto a chi assume giovani under 30enni.
In che cosa consiste l’agevolazione Bonus Assunzioni 2018?
Per i datori di lavoro, l’agevolazione per i datori di lavoro che assumono giovani disoccupati e donne entro il 31 dicembre 2018, consiste in uno sgravio contributivo del 50% sui contributi previdenziali per un ammontare massimo di 3.250 euro annui e per una durata complessiva di tre anni. L’agevolazione non riguarda i contributi e premi Inail.
Inoltre, occorre ricordare che il Bonus Assunzioni 2018 si inserisce come misura agevolativa fruibile dai datori di lavori del settore privato e non per il comparto pubblico.
Le assunzioni dei giovani e delle donne devono essere effettuate con le seguenti tipologie contrattuali: contratto a tempo indeterminato; trasformazione da contratto a termine a quello indeterminato, prosecuzione contratto di apprendistato professionalizzante a tempo indeterminato.

Cedolare secca 10%: prorogata per il biennio 2018-19, ma non per le botteghe ed uffici

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Prorogata per il biennio 2018-19 la Cedolare secca al 10% ma restano fuori dalla tassazione agevolata tutte le locazioni relative agli uffici e negozi come sancito dal dettato normativo contenuto nella Legge di Bilancio 2018.
Sebbene la richiesta avanzata da Confedilizia sull’omogeneizzazione dell’estensione al 10% della Cedolare Secca anche per gli affitti di negozi, alla fine non è arrivata.
Infatti con lo scattare del 1 gennaio 2018 l’aliquota sarebbe addirittura passata dal 10% al 15% per chi apre esercizi commerciali nel pieno centro storico.
Si tratta di una novità fiscale di non poco conto che risponde alla necessità di combattere una volta per tutte l’evasione fiscale sui redditi da locazione ed il fenomeno degli affitti “in nero” che per molti anni hanno caratterizzato le grandi Metropoli.
Confedilizia: Richiesta Proroga Cedolare Secca 10%
Dati positivi quelli pubblicati da Confedilizia che si dimostra molto ottimista in merito alla lotta dell’evasione ed alle maggiori entrate derivanti dall’introduzione della Cedolare Secca.
È quanto emerge dal “Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”, allegato alla nota di aggiornamento del DEF.
L’evasione tributaria sarebbe passata da 2,3 a 1,3 miliardi di euro tra il 2010 ed il 2015 e lo stesso Presidente Giorgio Spaziani Testa si dichiara entusiasta “Ora ci sono le prove. La cedolare secca sugli affitti abitativi da parte di persone fisiche ha pienamente centrato uno degli obiettivi che si prefiggeva, quello di ridurre l’evasione fiscale”, grande è la soddisfazione di Confedilizia e del suo Presidente.
In pochi anni si è quasi dimezzata sia l’entità delle somme sottratte al fisco sia la propensione all’inadempimento, recuperandosi circa un miliardo di euro”.
La Cedolare Secca, ricorda lo stesso Presidente “si impone anche per ragioni di equità, anzitutto per compensare almeno in parte il forte carico di tassazione patrimoniale che gli immobili locati subiscono con Imu e Tasi” e sottolinea “Questi dati dovrebbero finalmente convincere Parlamento e Governo ad estendere la tassazione sostitutiva agli affitti non abitativi, a partire da quelli di negozi e uffici.”.
Le risorse le offre proprio il recupero di evasione ottenuto con la cedolare nel settore abitativo. Adesso, davvero, non ci sono più scuse” conclude Spaziani in un Comunicato Stampa pubblicata nel mese di settembre 2018 auspicando che il Governo potesse tenere debitamente conto del fatto che i dati positivi alla lotta agli affitti in “nero” ed all’evasione fiscale potessero, una volta per tutte, prorogare ed estendere per il biennio 2018-19 l’applicazione della Cedolare Secca al 10% anche alle Locazioni di negozi e di Uffici.
Quanto auspicato da Confedilizia è stato alla fine disatteso dal Governo che ha incrementato l’aliquota Cedolare Secca dal 10% al 15% con lo scattare del primo gennaio 2018 per tutto il biennio 2018-19, purchè le botteghe e negozi vengano aperti in centri storici ed effettuino attività di vendita e somministrazione di alimenti e bevande ovvero la commercializzazione di prodotti artigianali.

Sanzioni via Posta Elettronica Certificata 2018: cosa contiene la notifica?

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È possibile ricevere una sanzione tramite Posta Elettronica Certificata? Con la Rivoluzione telematica e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, l’Agenzia delle Entrate per snellire e “tagliare” i costi e i tempi di esecuzione dei processi operativi ha attivato un nuovo canale di comunicazione: quello via PEC o Posta Elettronica Certificata.
Che cos’è il servizio notifica sanzioni via PEC?
Il nuovo servizio telematico di notificazione degli avvisi fiscali e dell’inoltro di sanzioni mediante PEC è la nuova procedura ufficiale che consente all’Amministrazione fiscale di notificare le multe tramite Posta Elettronica Certificata a chi ha trasgredito ad esempio il Codice della Strada o ad ogni altro soggetto trasgressore che ha compiuto una violazione.
Il Decreto del Ministero dell’interno 18 dicembre 2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 16 gennaio 2018 dà la possibilità di inviare la notifica del verbale di contestazione tramite PEC.
È valida l’ammenda amministrativa inviata tramite PEC?
Certamente, con il nuovo riferimento normativo sopra riportato, è possibile ricevere tramite posta elettronica certificata la notifica contenente la sanzione amministrativa irrogata all’automobilista in seguito ad un’infrazione o violazione del Codice della Strada.
Basta che l’automobilista apra la propria PEC e reperisce all’interno della stessa il verbale di contestazione riportante nell’oggetto “atto amministrativo relativo ad una sanzione amministrativa prevista dal codice della strada”.
È importante leggere con dettaglio l’oggetto della PEC onde evitare truffe o raggiri o cadere in errore; in allegato alla PEC ricevuta si trovano i seguenti file scaricabili:

  1. A) Relazione di notificazione;
  2. B) Copia per immagine del verbale di contestazione;
  3. C) Ogni altra comunicazione o informazione utile per esercitare il proprio diritto alla contestazione della sanzione.

È bene ricordare che tutti i file e gli allegati relativi alla notifica del verbale di contestazione che vengono ricevuti dall’automobilista mediante PEC devono essere sottoscritti con firma digitale e trasmessi con formati aperti, standard e documentati.
L’automobilista, una volta accertata la correttezza di quanto ricevuto all’interno della propria PEC non potrà di certo contestare la multa addicendo come ragione quella di non aver letto l’email ricevuta tramite PEC.
In buona sostanza, il nuovo sistema di inoltro delle sanzioni tramite PEC deve riportare come Oggetto: “Atto amministrativo relativo ad una sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada“.
Poi deve contenere ulteriori informazioni: Nome e indirizzo dell’ufficio che ha inviato l’atto, compreso il nominativo del funzionario pubblico responsabile “del procedimento di notificazione”; elenco pubblico da cui è stato ricavato e reperito l’indirizzo PEC; indirizzo e telefono dell’ufficio dove è possibile accedere al nostro fascicolo; “copia informatica” del verbale di contestazione; ogni altra informazione o comunicazione utile per permettere all’automobilista di esercitare la propria difesa nei confronti della notifica sanzione tramite PEC.

Pensione di vecchiaia 2018: come presentare la domanda

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La Pensione di vecchiaia 2018 è un trattamento di natura economica e monetaria che viene erogata dall’INPS o da altro Istituto di Previdenza, previa presentazione dell’apposita domanda da parte del lavoratore dipendente o autonomo, il quale per avere diritto alla stessa deve avere versato obbligatoriamente e regolarmente tutti i contributi durante la sua vita di lavoratore.
Per avere diritto alla riscossione della pensione di vecchiaia 2018, i lavoratori devono essere in possesso di determinati requisiti sia in termini di età pensionabile che di contributi versati.
Per vedersi erogata la pensione di vecchiaia 2018 da parte dell’Inps, il lavoratore è tenuto alla presentazione della domanda, come presentarla? Scopriamolo in questa mini guida.
Come presentare l’istanza per richiedere la pensione di vecchiaia 2018
Dopo una via di fatiche e di duro lavoro, è giunto il momento di uscire dal mercato occupazionale e di iniziare una nuova vita, quella di pensionato. Come presentare l’istanza per ricevere e riscuotere mensilmente la pensione di vecchiaia 2018?
Per prima cosa prima di presentare l’istanza per fare richiesta della pensione di vecchiaia, occorre aver maturato i requisiti necessari:

  • età anagrafica di almeno 66 anni e 7 mesi,
  • almeno 20 anni di contributi versati.

Per chi ha raggiunto una determinata età pensionabile e ha versato il minimo di contribuzione richiesta per andare in pensione è data la possibilità di presentare la domanda per richiedere l’erogazione mensile della prestazione previdenziale.
La domanda per si deve presentare direttamente all’INPS per via telematica accedendo ai servizi telematici mediante utilizzo del PIN dispositivo oppure, in alternativa, tramite il Numero verde Contact center dell’Istituto Nazionale di Previdenza.
Una terza modalità per procedere con la presentazione della Domanda di Pensione 2018 è rivolgersi agli intermediari abilitati ed autorizzati, tra cui CAF e Patronati, Dottori Commercialisti, Consulenti del Lavoro, etc.
Calcolare l’importo del trattamento previdenziale 2018
Si ricorda che tutti i soggetti istanti che abbiamo maturato i requisiti necessari per presentare l’istanza si richiesta del trattamento previdenziale 2018, possono calcolare la misura dell’assegno pensionistico spettante mediante l’utilizzo dell’apposito servizio messo a disposizione dall’INPS sul sito.
Il servizio online “La Mia Pensione INPS” permette all’istante di simulare l’importo dell’assegno della prestazione previdenziale tenendo conto della variabile anagrafica, storia lavorativa e retribuzione.

Candidati e partiti: nauseanti

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Queste elezioni probabilmente saranno le ultime della cd terza repubblica:
– Divisione interne allo stesso partito Pd ma anche per altri;
– Populismo dilagante da tutti gli schieramenti …. chi punta alla magia della flat tax;
– Chi punta sulla verginità delle proprie liste ;
– Chi infine si specchia in quello che avrebbe fatto – vedi Pd.
Tutti hanno dimenticato però che il popolo che ha votato 5 anni fa oggi è più informato … siamo alle porte di un azzeramento dei poteri, alle porte di una insurrezione … e il partito del non voto ha la maggioranza …
https://www.agi.it/politica/renzi_collegi_direzione_pd-3419421/news/2018-01-27/

Nuovo modello Redditi precompilato 2018: nuove scadenze fiscali

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In base alle ultime novità introdotte in seguito all’approvazione della Legge di Bilancio 2018, sono state introdotte le nuove scadenze per quanto riguarda la presentazione del Modello 730 e del Modello Redditi, ex Unico.
Come ogni anno i contribuenti – cittadini privati, imprese e titolari di partita IVA, residenti in Italia, sono chiamati a comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti i redditi percepiti nel corso dell’esercizio fiscale precedente, tenendo conto delle spese deducibili e detraibili, sostenute dal contribuente o dell’attività in caso di esercizio di attività imprenditoriale o di espletamento di prestazione professionale da parte dei lavoratori autonomi, professionisti titolari di Partita Iva.
Modello Redditi precompilato 2018: novità
Con l’approvazione della legge di Bilancio 2018 è stato introdotto il nuovo modello Redditi precompilato professionisti, autonomi, artigiani e commercianti 2018.
Per i titolari di partita Iva in regime di contabilità semplificata che optano per l’invio telematico delle fatture al Fisco è stata abolita la soglia dei 4000 euro che fino ad oggi faceva scattare i controlli da parte dell’Amministrazione tributaria.
Inoltre, vige l’obbligo di trasmettere tutti i dati delle prestazioni erogate al contribuente l’anno precedente dal SSN (ospedali, ambulatori, strutture convenzionate SSN. Medici etc.) con la previsione di incorrere in sanzioni pecuniarie di importo compreso tra 100 e 50.000 euro per l’omessa, tardiva o errata trasmissione.
Ricordiamo che con lo scattare del primo gennaio 2018 le nuove scadenze fiscali sono fissate secondo il seguente calendario:

  • entro lunedì 9 luglio 2018 presentazione scadenza 730 ordinario
  • entro il 23 luglio 2018, sia per chi invia da solo la dichiarazione precompilata che per chi si avvale dell’intermediario scadenza 730 precompilato
  • entro il 31 ottobre 2018 scadenza modello Redditi. Nel caso in cui il Modello Redditi viene inviato cartaceo tramite ufficio Postale, occorre presentarlo tra il 2 maggio e il 30 giugno 2018.

Chi deve presentare il Modello Redditi 2018?
Pe i soggetti contribuenti che devono presentare la dichiarazione dei redditi ma non hanno i requisiti per poter utilizzare il Modello 730/2018, si deve procedere con la presentazione del Modello Redditi persone fisiche 2018.
Possono fruire del Modello Redditi 2018 tutte le categorie di soggetti che, nell’anno 2017, hanno maturato redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione, redditi di lavoro autonomo, redditi “diversi” non compresi fra quelli dichiarabili con il modello 730, redditi provenienti da “trust” e plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate o derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate in società residenti in Paesi o territori a fiscalità privilegiata.
Inoltre, sono tenuti a presentare il Modello Redditi 2018 coloro che non hanno risieduto in Italia nel corso del 2017 e coloro che lo scorso anno hanno introitato redditi di lavoro dipendente pagati da datori di lavoro non obbligati ad effettuare le ritenute d’acconto.
 
 

Scadenze fiscali “Urgenti”: Memo Calendario fiscale

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Attenzione al calendario fiscale con l’Amministrazione tributaria italiana: occhi puntati sul 29, 30 e 31 gennaio 2018. Ecco gli adempimenti fiscali cui sono chiamati i contribuenti italiani ad onorare ad hoc, onde evitare sanzioni.
Appuntamento con il Fisco: scadenza 29 gennaio 2018
Domani lunedì 29 gennaio 2018 occhi puntati sul calendario fiscale per non mancare all’appuntamento per procedere con la regolarizzazione, mediante ravvedimento, della presentazione telematica della dichiarazione dei redditi modello “REDDITI PF 2017”, della busta contenente la scheda per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef e della presentazione telematica della dichiarazione dei redditi Modello “REDDITI SP 2017”.
Inoltre, domani è l’ultimo giorno utile per la regolarizzazione, mediante ravvedimento, della presentazione telematica della dichiarazione dei redditi delle società di capitali, degli enti commerciali ed equiparati – Modello “REDDITI SC 2017” e per la regolarizzazione, mediante ravvedimento, della presentazione telematica della dichiarazione IRAP 2017.
Sempre in data 29 gennaio 2018 si deve procedere con la regolarizzazione, mediante ravvedimento, della presentazione telematica del modello CNM 2017 (Consolidato Nazionale e Mondiale). Il modello deve essere presentato dalla società o ente controllante in forma autonoma, non potendo essere inserito nel modello “REDDITI SC 2017”.
Infine, occorre adempiere alla presentazione telematica della dichiarazione dei redditi degli Enti non commerciali ed equiparati – Modello “REDDITI ENC 2017” ed alla presentazione telematica della dichiarazione dei sostituti d’imposta e degli intermediari relativa all’anno 2016 – Mod. 770/2017 Redditi 2016.
Appuntamento con l’Amministrazione Tributaria: scadenza 30 e 31 gennaio 2018
In data 30 gennaio 2018 si deve procedere con la presentazione della dichiarazione relativa all’ammontare complessivo degli assegni in circolazione alla fine del trimestre solare precedente, per la liquidazione dell’imposta di bollo sugli assegni circolari. Si tratta di un adempimento che riguarda gli Istituti di credito, SIM, altri intermediari finanziari, società fiduciarie.
Per il 31 gennaio 2018 (ultimo giorno del mese) si deve procedere con il versamento del superbollo ovvero procedere con il pagamento dell’addizionale erariale alla tassa automobilistica pari a venti euro per ogni kilowatt di potenza del veicolo superiore a 185 Kw, ridotta dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione del veicolo rispettivamente al 60%, al 30% e al 15%. Non è più dovuta decorsi venti anni dalla data di costruzione.
Inoltre, è fissato il versamento dell’imposta dovuta sui premi ed accessori incassati nel mese di dicembre 2017 da parte delle imprese assicurative, nonché gli eventuali conguagli dell’imposta dovuta sui premi ed accessori incassati nel mese di novembre 2017.
Per il 31 gennaio 2018 occorre versare le tasse annuali sulle Concessioni Governative, versamento Bollo Auto e del canone RAI per i soggetti per i quali non è possibile l’addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche.

PEC per notifiche fiscali: cosa è cambiato?

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Dal primo luglio 2017 l’Agenzia delle Entrate si è fatta è Digital: per fare fronte al processo di snellimento burocratico e per velocizzare i processi alla luce dell’applicazione delle tecnologie digitali, il Fisco italiano può inviare le notifiche fiscali via PEC (Posta Elettronica Certificata).
Notifiche via PEC: soggetti interessati
La previsione normativa è contenuta all’interno del Decreto Legge fiscale 193/2016: la notifica fiscale obbligatoria via PEC rappresenta un ulteriore passo in avanti per procedere con il “downsizing” delle procedure e dei processi che interessano la Pubblica Amministrazione italiana, in particolare l’Amministrazione fiscale.
Fondamentale è per i cittadini e per le imprese transitare verso un nuovo approccio e paradigma che vede il Fisco sempre più tecnologico. Ci sono poi implicazioni pratiche rilevanti se si considera che dal primo luglio 2017 è possibile ricevere una notifica fiscale tramite PEC o Posta Elettronica Certificata.
Tutte le imprese individuali e societarie e i professionisti iscritti in appositi albi o elenchi istituiti con legge dello Stato sono le categorie di destinatari e di soggetti che sono interessati dalla notifica degli avvisi fiscali tramite PEC.
Nel caso in cui la casella di PEC sia satura e risulti impossibile ricevere l’avviso, l’Amministrazione fiscale ritenta ad inviare l’avviso di notifica fiscale tramite PEC decorsa una settimana dal primo invio.
La notifica fiscale avviene mediante deposito telematico dell’atto nell’area riservata del sito di Infocamere per 15 giorni consecutivi. La notifica dell’avvio inviato dall’Agenzia delle Entrate si considera effettuata nel momento in cui il gestore della casella di Posta Elettronica Certificata (PEC) del soggetto destinatario (impresa e/o professionista) trasmette la ricevuta di accettazione, non rileva il momento dell’effettiva lettura.
Che cos’è la PEC?
PEC è acronimo di Posta Elettronica Certificata ed è il sistema che permette di inviare e-mail con stesso valore legale di una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, come sancito dalla normativa (DPR 11 Febbraio 2005 n.68).
Questo sistema tecnologico consente ai fruitori di velocizzare tutti gli adempimenti amministrativi e fiscali ed è obbligatorio per tutte le aziende individuali e società iscritte al registro delle imprese dotarsi di un indirizzo PEC valido e attivo.

Valida la notifica della cartella tramite poste private.

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E’ sanabile e quindi valida la cartella di pagamento notificata tramite poste private.
La liberalizzazione del servizio postale tramite poste private è in costante ascesa e come disposto dalla legge di bilancio la consegna e notifica atti potrà avvenire anche tramite agenti postali con licenza individuale.
Per tale motivo, la notifica della cartella tramite poste private è giuridicamente esistente, quando la notifica dell’atto sia stata effettuata a mezzo raccomandata consegnata da un operatore di poste private invece del servizio postale universale, “quando la cartella ricevuta sia impugnata nei termini dal destinatario”.
Queste le conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 29996/2017, che ha applicato il principio secondo il quale LA NOTIFICA E’ MERA CONDIZIONE DI EFFICACIA, e non costituisce l’atto in sè. Per questo il vizio di nullità ed inesistenza della cartella notificata tramite poste private è sanato quando la notifica della cartella abbia raggiunto lo scopo conoscitivo al destinatario. La prova di ciò è l’impugnazione dell’atto ricevuto nei termini che sana l’irregolarità formale.
 
Leggi l’intero intervento di fiscooggi.it

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