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Renzi fa paura alla politica. Ma perché?

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Quando Renzi parla la politica trema ma per questo forse nessuno gli permetterà mai di diventare premier.

Fino a quando non si cambia la legge elettorale…

Matteo Renzi, fa talmente paura alla classe dirigente da essere stato invitato senza mezzi termini a “smettere di parlare”.

Se però le sue dichiarazioni possono minare la tenuta dell’esecutivo, vuol dire che abbiamo un governo inconsistente sotto ogni aspetto.

E’ da trent’anni che i politici italiani cercano di risolvere i problemi del Paese come la  “disoccupazione, il disavanzo pubblico e il debito pubblico”: si sono sempre presentati agli elettori con fragorosi annunci che celavano il sotterraneo intento “spoils system” emblema di un sistema corrotto. Ed ancora oggi è così…

L’esecutivo in carica costruito su unione di poteri, più che su responsabilità di guida del Paese in difficoltà; ha messo in atto misure «non propedeutiche alla soluzione dei problemi del Paese», ma forse il contrario: nate per il mantenimento degli interessi; decreti che investano il maggior numero di cittadini, “e per quel che basta”, per ottenere consensi.

Fa effetto vedere il Premier difendere il suo ministro ─ di un altro partito ─ con stucchevole benevolenza.

D’altronde non possiamo permetterci “un vuoto istituzionale”, anche se il parlamento si guarda bene dal riformare la legge elettorale:  è un’ipoteca sulla poltrone.

E’ però auspicabile che il futuro del nostro Paese si costruisca su basi più solide, che vanno oltre gli attacchi di RENZI e la sponsorizzazione del Presidente della Repubblica.

Non è tollerabile che un Governo sia incaricato dall’alto e non dagli elettori, per causa di una legge costruita “forse proprio per questo”.

Il risultato è una costante instabilità politica che nessuno ammette, ma che è “al primo posto tra le cause delle nostre traversie degli ultimi quattro anni”.

Possiamo essere certi che la lentezza legislativa e la sterilità dell’esecutivo sia la prima causa di decadenza economica, ma  non sarà eliminata con “autorigenerazione” di chi amministra il potere.

E’ un sistema inesorabilmente alla deriva, in cui gli squlibri tra i poteri dello Stato, prima o poi dovranno cedere il passo.

Che sia Renzi, Grillo, Cattaneo o altri,  “la direzione della nuova Italia è proprio quella dettata dal sindaco”. E i suoi denigratori lo sanno benissimo. E’ un processo di trasformazione che non si può arrestare.

A tutti i livelli istituzionali, si sta tendando “disperatamente” di far sopravvivere un “modus operandi” che ormai è già morto da un pezzo.

E’ paradossale sentire, alcuni politici ─ che hanno sempre fallito ─  con quali toni attaccano Matteo Renzi, che può vantarsi di non avere invece una “storia politica pregressa”.

Renzi premier deve far paura,  perchè dice quello che veramente occorre a questo Paese: “il dimezzamento del numero dei parlamentari, l’eliminazione dei privilegi e delle pensioni d’oro, una spending review che per forza dovrà toccare il settore pubblico, eliminando gli inefficienti, ecc. ecc.”.

Forse non sarà mai Premier; D’Alema dicendogli che “parla troppo” a proprio questo allude.

Troverà sempre la porta chiusa,  proprio per aver individuato la ricetta salvifica, che contiene lo smembramento di un parlamento troppo lento per stare al passo con i tempi e con l’Europa.

Ci sarà però un altro Renzi, che entrando in sordina nelle stanze del potere, con furbo mutismo farà piazza pulita.

Un ciclo è finito…. noi cittadini possiamo solo aspettare….

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