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Esodati terza salvaguardia.

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Parte la terza salvaguardia degli esodati. Sul sito dell’INPS i modelli per le domande.

Terza salvaguardia.

Sul sito dell’INPS sono disponibili i modelli per l’inoltro della domanda telematica della richiesta della terza salvaguardia degli esodati, per il rientro nelle norme ante-riforma ai fini del conseguimento della pensione.

Il decreto emanato in data 22 04 2013, ha indicato che solo due delle quattro categorie di esodati – dovranno presentare domanda per la terza salvaguardia  «entro il 25 settembre 2013».

Gli esodati interessati alla terza salvaguardia:

– sono quei dipendenti autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione alla data del 4-12-2011 (tale gruppo di esodati dovrà compilare il modello AP90);

– e quei lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria alla data del 4-12-2011 poi collocati in mobilità ordinaria in pari data (tale gruppo di esodati dovrà compilare il modello AP91).

Gli esodati autorizzati alla terza salvaguaria che rientrano nel primo gruppo (autorizzati alla prosecuzione volontaria) avranno diritto alla salvaguardia e quindi potranno inoltrare la domanda suddetta, però con i seguenti requisiti:

non hanno ripreso attività lavorative “a tempo indeterminato” successivamente alla data del 4 12 2011;

– hanno ripreso attività lavorative “a tempo determinato”  con un reddito annuo lordo non superiore a 7500,00 euro.

 

Gli altri due gruppi di esodati da salvaguardare, come previsto dal decreto stabilità (228/2012) dovranno ancora attendere, e sono quei lavoratori:

– che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012, e sono entrati in mobilità a seguito di accordi governativi e non governativi stipulati entro il 31 dicembre 2011;

– che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012 attraverso accordi individuali con incentivi all’esodo.

Fonte il sole 24 ore: pag. 17 1-06-2013 Matteo Prioschi

L’insegna commerciale quando è esente? La cassazione dirime i dubbi.

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La Suprema Corte di Cassazione con la Sentenza n. 5337 del 4 03 2013 ha ribadito che l’insegna commerciale del negozio non deve pagare l’imposta di pubblicità quando sia rispettato il limite dimensionale di 5 mq, e sia installata presso la sede dell’attività.

Ciò anche in funzione del consolidato orientamento giurisprudenziale, come la precedenza sentenza della Corte di Cssazione n. 8130 del 23 05 2012.

Il disposto dell’art. 17 comma 1-bis del DLgs. n. 507/93, sancisce l’esenzione dal pagamento dell’mposta pubblicitaria  sull’insegna commerciale,  relativa ad esercizio di vendita o di produzione di beni e servizi, che ne contraddistuangono la sede, e non siano superiore a 5 mq. di superficie complessiva.

La circolare 1/df/2002, emanata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dà una interpretazione di più ampio respiro della norma, adducendo che tale esenzione valga anche per le sedi secondarie.

In base al consolidato orientamento della Suprema Corte di Cassazione, le disposizioni previste dal DLgs. n. 507/93 citato, non consente distinzioni tra il concorso dello scopo pubblicitario dell’insegna, rispetto allo scopo di identificazione dell’esercizio commerciale cui si riferisce.

L’esenzione spetta quindi:

  • quando l’insegna sia installata nella sede dell’esercizio commerciale (o sue filiali);
  •  quando l’insegna non superi i limiti dimensionali di 5 mq.

La Corte ha rigettato quind il Ricorso del Comune, che pretendeva il pagamento dell’imposta di pubblicità sull’insegna commerciale di una sede secondaria dell’esercizio commerciale.

fonte: eutekne.info

Agevolazioni assunzioni fino a 12.000 euro

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L’INPS con il messaggio n. 8820 del 30 05 2013, ha diramato le istruzioni sulle modalità di accesso alle agevolazioni assunzioni a favore delle imprese che hanno assunto giovani e donne entro marzo 2013.

Le agevolazioni assunzioni sono state previste dal Decreto del Ministero del Lavoro del 5 10 2012, in attuazione dell’ art. 24, comma 27 del DL 201/2011, convertito con modificazioni nella legge 214/2011:

– spettano nella misura di 12mila euro per ogni donna o giovane under 30 assunto a tempo indeterminato entro il 31 marzo 2013:

– 6mila, 4mila o 3mila euro per i contratti a termine di almeno 24, 18 mesi 0 12 mesi stipulati sempre entro il 31 marzo 2013.

L’ammissione al contributo, quale incentivo assunzioni, viene erogato in ordine cronologico di presentazione delle domande.

Ciascun datore di lavoro non può fruire di oltre 10 incentivi per le stabilizzazioni a tempo indeterminato e altrettanti per i contratti a tempo determinato. L’agevolazione è ammessa anche per il part-time, con beneficio ridotto proporzionalmente all’orario di lavoro (che non può essere inferiore alla metà dell’orario normale).

Il risparmio energetico fa il pieno al 65%! Proroga al 31 12 2013.

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Il Consiglio dei Ministri oggi ha licenziato il decreto che proroga al 31-12-2013 il bonus sul risparmio energetico,  che sale anche dal 55 al 65% delle spese sostenute.

Si tratta della detrazione fiscale, spettante in 10 anni, per gli interventi diretti all’efficienza e al risparmio energetico DEGLI EDIFICI che sarebbe scaduta il 30 giugno 2013.

Il bonus sul risparmio energetico è prorogato per 6 mesi – fino al 31 dicembre 2013 – e per un anno – per i condomini – fino al 30 giugno 2014.

Dal 1° luglio 2013 quindi il bonus sul risparmio energetico sale dal 55% attuale al 65%.

Prorogata anche la detrazione al 50% per le spese di ristrutturazioni edilizie, art. 16-bis del TUIR,  e dal 1° luglio 2013 sono agevolati anche gli acquisti di mobili ed arredamento fino ad un massimo di 5.000 euro.

Il Provvedimento di proroga del risparmio energetico recepisce la direttiva Ue 2010-31 che ha lo scopo di favorire la riqualificazione e l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano, in ossequio al diritto Comunitario.

Il licenziamento è legittimo senza titoli.

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La Corte di Cassazione, con la Sentenza n° 13.239 del 28 05 2013, ha dichiarato la legittimità del licenziamento di una lavoratrice venuta nell’impossibilità di prestare la propria opera professionale per causa della mancanza dei titoli necessari per eseguirla.

 Il contenzioso per licenziamento riguardava una fisioterapista, a cui era stato intimato il licenziamento, per causa dell’inesistenza sopravvenuta – a seguito di nuove disposizioni di legge – del titolo professionale occorrente e richiesto,  per l’esercizio dell’attività da prestare presso il centro del datore di lavoro, e motivo della precedente assunzione.

La mancanza del titolo, per i giudici della Cassazione, è motivo idoneo al licenziamento legittimo in quanto  incide sulla funzionalità della relativa organizzazione dello studio.

A conclusione delle argomentazioni,  La Corte quindi afferma che – essendo cambiate le norme per il possesso del titolo professionale  (che la lavoratrice aveva conseguito tramite un corso biennale) –   non vi era più il requisito della titolarità  dell’abilitazione all’esercizio della professione di fisioterapista richiesta dal datore di lavoro e quindi del reintegro dal licenziamento.

Nè la dipendente aveva iniziato la frequentazione di un nuovo corso per il conseguimento di un titolo valido per l’attività professionale da svolgere nello studio del datore di lavoro, e questo ha determinato la configurazione di una “impossibilità definitiva all’esercizio della professione”  più che provvisoria, che conferma la legittimità del licenziamento comminato dal titolare dello Studio.

La lavoratrice licenziata ai fini del reintegro si difendeva considerando “che l’attività da svolgere nel centro fisioterapico del datore di lavoro, in assenza del titolo idoneo, comunque non portava concreto pregiudizio a suo danno, dovuto all’assenza di un  titolo professionale valido, e quindi il licenziamento che aveva subito non era legittimo.

A questi argomenti la Corte controbatteva che con tal presunzione non si ravvisavano i presupposti della fattispecie prevista dall’art. 11464 del Codice Civile.

Nel caso concreto gli ermellini ritenevano necessario per la mancanza  di legittimità del licenziamento il  collegamento “tra il possesso del titolo idoneo ed abilitativo” e  “la possobilità dello svolgimento dell’attività professionale di fisioterapista, in ossequio ai richiesti requisiti  dalla legge”.

Per tali motivi la Corte ha ritenuto di dare parere negativo alle richieste di reintegro dal licenziamento della lavoratrice ricorrente.

Fonte: Cassazione.

 

Grillo non sa con chi prendersela e se la prende con Rodotà.

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Grillo, intorpidito dalla debacle delle “comunali”, non sa più con chi prendersela ?

Dopo aver scaricato come un pacco postale la giornalista Milena Gabanelli, che prima aveva candidato al Quirinale e poi – dopo una puntata di report che parlava dei conti di Grillo – l’avea pitturata ben bene e scaricata come nemica del Movimento, adesso se la prende con Stefano Rodotà, altro super candidato al Colle del Movimento 5 stelle, di cui dice:” I maestrini dalla penna rossa” dopo che Rodotà avevano criticato la politica del movimento in occasione delle Comunali.

Questo il dipindo del grande giurista da parte di Grillo: «un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra».

Rodotà ovviamente ha preferito non rispondere…

Rodotà in un intervista aveva dispensato delle critiche a Grillo dicendo che “prendersela con gli elettori” per spiegare la caduta di consensi “è semplicemente una spiegazione che non spiega”.

Grillo non sa con chi prendersela, e se la prende con il primo che gli capita.

Aveva vinto al superenalotto ed ha buttato via il biglietto vincente.

Bisogna solo fare sana mea culpa, magari con la testa sotto la sabbia.

fonte ilsole24ore.com

Renzi e la sua nubiltà.

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Renzi continua nella sua isolata e nubile campagna elettorale.

Ieri ha sparato contro il Governo Letta: “si devono fare le riforme e non vivacchiare”.

Alle critiche di presunto sabotaggio a Letta, Renzi risponde “Io non voglio accelerare la fine dell’esecutivo ma quando mai?”.

In questo modo Matteo Renzi si è defilato dal presunto tentativo di sgambetto al Governo.

Ma sappiamo tutti che non è così, la sua ambizione è notevole…

Le richieste all’esecutivo, ha detto,  «sono solo motivate dal fatto che per fare le riforme costituzionali serve tempo e quindi occorre muoversi subito»!

Ma sappiamo tutti che Renzi ha capito che il suo tempo sta per finire.

Anche se qualche niet e sgambetto lo ha ricevuto, come quello per Palazzo Chigi, o dall’interno del suo stesso partito, “è pur vero che con le primarie, quasi vinte,  ha indebolito Bersani” facendolo cadere sulle elezioni, ma non prendendo nulla nè lui nè lo stesso Bersani.

E adesso? Renzi ha dichiarato più volte di non voler fare un suo partito, di non voler essere segretario del Pd, e di non voler fare il parlamentare, ma solo il sindaco di Firenze…

La nubiltà pure arriva quando non si da una risposta perenne agli spasimanti. 

La risposta l’aspettano gli italiani, a cui non interessa se Renzi ha ricevuto qualche calcione dal Pd, o da Berlusconi per il premierato, ma intanto poteva essere parlamentare? sicuramente Ministro…!

Come dice il titolo del suo libro “oltre la rottamazione”, bisogna cambiare strategia.

Chi vuole rottamare davvero, non deve proclamarlo, deve mettersi in un angolo (da gregario) e colpire ai fianchi.

Saccomanni punta sui fondi Bei.

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Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Saccomanni punta a ridare liquidità alle imprese, attraverso “i fondi BEI” ed il fondo centrale di garanzia.

Inoltre, ha detto – ad un intervista rilasciata al Sole 24 ore – che non andrà computato nel disavanzo, la quota nazionale di cofinanziamento dei fondi europei occorrenti per le riforme strutturali.

I fondi BEI, rifinanziati per 10 miliardi, potranno essere utilizzati dalle banche per riceverne prestiti ed erogarli alle imprese produttive, che attualmente sono in crisi di liquiditá.

Inoltre, ha detto, che bisogna rafforzare il Fondo Centrale di garanzia che permetterá (come abbiamo scritto migliaia di volte) alle aziende di ricevere più credito bancario attraverso la concessione della garanzia pubblica.

Puntare sulla liquiditá delle imprese è fondamentale.

Saccomanni ha ricordato che bisogna fare di tutto per rimanere nella quota di deficit del 3%: “l’Italia adesso ha minori vincoli rispetto a Francia e Spagna”.

Siamo appena uscita dalla procedura di infrazione sul deficit eccessivo e non dobbiamo rientrarci, ma neanche bisogna fossilizzarsi sulla previsione del deficit all’1’8%  nel 2014. Se sará necessario si utilizzerá tutto il margine fino al 3%.

Parte bene il neo ministro del Mef Saccomanni, con strategie discontinue, con la cogestione di entrare ed uscite da parte di tutti i ministeri, il recupero di risorse che non entrano nel disavanzo di spesa e nel deficit.

A cui onestamente aggiungeremmo il CONDONO  TOMBALE, EDILIZIO E CONTRIBUTIVO, per far entrare 50 miliardi di gettito.

Con tali risorse si dovrà fare un doveros discorso agli italiani.

La riduzione delle Tasse con queste risorse avverrà una tantum e solo questa volta. L’evasione sarà combattuta dalla magistratura ordinaria, con le manette anche per un euro evaso.

Una soluzione che invertirà bruscamente la rotta della nostra economia, e non avrà concorrenza a livello globale.

Per fare questo occorrono interventi drastici e coraggiosi non piccoli provvedimenti, che sicuramente non modificano la complessità del sistema impositivo,  e la percezione di questo, da parte delle imprese.

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