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Lavoro: Costituzione italiana, 1° emendamento

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Lavoro in aumento, ma di precariato.

I problemi irrisolti del lavoro.

La Costituzione recita, al primo articolo: “La repubblica italiana è fondata sul lavoro”.

Sicuramente i Padri fondatori della Repubblica, quando elaborarono il testo della Costituzione non hanno pensato di dover aggiungere un cenno per il lavoro precario, quando c’è!

Per fortuna o sfortuna, abbiamo un governo auto-eletto, che ha preso il toro per le corna e ha sfornato il Job act , un insieme di norme,una riforma del lavoro, insomma,che ha l’obiettivo, tramite sgravi per le imprese e investimenti significativi per lo stato(leggasi impegno di nostri soldi derivanti dalle tasse), di diminuire la disoccupazione e trasformare il lavoro precario in lavoro a tempo indeterminato, seppure con tutele minori rispetto a quelle conquistate negli anni ’60 e i primi del ’70.

Così,con la legge di stabilità 2015, il Governo Renzi ha impegnato la considerevole cifra di 1,9 Miliardi di Euro per combattere la precarietà!

Per capirne l’effetto reale, bisogna dare una occhiata ai dati riportati dell’Istat a fine ottobre 2015:

  • A Dicembre 2014, i lavoratori dipendenti totali erano 16.833.000 di cui 14.525.000 a tempo indeterminato e 2.308.000 precari.
  • A Ottobre ’2015: i lavoratori dipendenti totali sono saliti a 17.013.000 di cui 14.527.000 a tempo indeterminato e 2.486.000 precari.

Si deduce dai dati (che non sono opinioni) un incremento di 2.000 contratti di lavoro a tempo indeterminato e di 178.000 precari, con una spesa di 1,9 Miliardi di Euro. Esattamente il contrario di quello che si voleva ottenere …. e se lo Stato avesse diviso i soldi tra i 180.000 nuovi lavoratori ?

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