21 Settembre 2014 By GaMerola 0

Consumi ridotti di 80 miliardi.

5 ANNI di crisi hanno ridotto di 80 miliardi i  consumi degli italiani nel periodo della crisi. Il 33 per cento degli  italiani ha paura di diventare poveri (e non a torto!).

Ma più della crisi pensiamo ci sia il timore di una situazione politica che tutela banche e grandi multinazionali, e mostra ipocrisia nell’impegno POPULISTA a risolvere i problemi di un intero popolo, rispetto alla creazione di una arca di noè per soli ricchi. D’altronde il sistema non può saltare, negli anni addietro ha impegnato per proprio tornaconto il debito pubblico ed ora è sotto scacco dei propri creditori, che impongono determinati provvedimenti, ED A CUI NON INTERESSA SE INTERE MASSE DI ITALIANI sopravviveranno o meno! Questi sono fatti dimostrabili…

Solo il 30 per cento si sente tranquillo e protetto dallo Stato. È quanto risulta da uno studio PUBBLICATO dal Censis.

Nella situazione di crisi interminabile – che vede l’Italia nel 2014 ancora in recessione e con una disoccupazione in aumento – e che non riesce a recuperare PERDITE ABNORMI in 5 anni di crisi,  gli italiani nutrono la giusta preoccupazione di pensare alla propria protezione in caso di perdita del lavoro, malattia, e altri costi che potrebbero rivelarsi inaspettati.

CONSUMI IN CADUTA LIBERA contro l’enorme deposito di contanti.

Durante il periodo di crisi  gli italiani hanno deciso di tenere i soldi sul conto corrente solo per MERA disponibilità in caso di neve…. E quindi il valore dei contanti e dei depositi bancari si è incrementato di  234 miliardi di euro in soli sette anni.

Le immobilizzazioni finanziarie sono salite da 975 miliardi di euro del 2007 a 1209 miliardi calcolati fino allo scorso marzo 2014, con un aumento del 9,2 per cento.

Attualmente contanti, depositi bancari e postali costituiscono il 30% del portafoglio finanziario delle famiglie, contro il 25% del periodo ante-crisi.

Quindi «l’impresa con più disponibilità in Italia sono GLI ITALIANI».

Insicurezza, panico, prudenza consigliano di tenere i soldi più vicino possibile AL PROPRIO CUSCINO pronti  per  tamponare spese inaspettate.

Nello stesso periodo quinquennale si è incrementato anche il danaro versato a fondi pensione ed assicurazioni con un +125 miliardi di euro (+7,2% rispetto al 2007).

Le polizze sulla vita sono aumentate in volume da 63,4 miliardi di euro nel 2007 a 86,8 miliardi di euro nel 2013 segnando un +21,3 per cento in termini reali.

Contestualmente i consumi interni sono scomparsi, segnala il Censis, con un – 7,6 per cento dal 2007 ad oggi.

Gli investimenti in immobili ridotti del 50% dalle 807.000 compravendite del 2007 alle 403.000 del 2013.

In termini numerici e psicologici i nostri concittadini a giusto vedere hanno ritenuto opportuno RIPARARSI da una situazione geopolitica instabile, con tre governi di natura totalitaria, che più di preoccuparsi della crisi delle masse, si accapiglia sull’art. 18 che interessa solo il 2,4% delle aziende in Italia, sulle riforme istituzionali (che avranno impatto solo sulle grosse realtà aziendali) e sulla stessa politica che VEDIAMO IN PARLAMENTO PREOCCUPARSI MOLTO DEI PROPRI POTERI ED EQUILIBRI PARTITICI, RISPETTO AI REALI PROVVEDIMENTI PER IL BENESSERE DEI CITTADINI CHE LI HANNO VOTATI.

Una Politica irriguardosa che rischia di saltare non tenendo il polso della situazione sociale periferica!