mercoledì, Maggio 22, 2024

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I fondi comuni più performanti in periodo di crisi per i nostri risparmi.

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Le
piazze mondiali offrono delle ottime opportunità di investimento e di
crescita anche in un periodo di crisi come quello attuale in cui sembra
non ci sia più niente di sicuro
.

Se il comportamento da tenere nei
confronti di qualsiasi forma di investimento sembrerebbe indurre a privilegiare solo gli investimenti a breve, è altrettanto vero che
diversi fondi comuni hanno da tempo un andamento positivo rispetto ad
altri più sbilanciati
e più sensibili alla volatilità dei mercati.
Gli analisti più accorti suggeriscono di tenersi alla larga dai titoli
di stato dei paesi debitori di seconda e terza classe e consigliano di
indirizzarsi verso i bond dei paesi scandinavi e verso i titoli Usa che
tuttavia, pur essendo ancora appetibili, presentano un rischio cambio
che deve essere tenuto in considerazione in fase di investimento.
Questa
indicazione va tenuta presente nel momento in cui andiamo ad analizzare
la composizione dei fondi comuni che hanno registrato le migliori performance.

Per quanto riguarda il risparmio gestito bisogna fare un distinguo
relativamente alle performance a medio e lungo termine

  • Diversi fondi
    comuni hanno avuto dei rendimenti a due cifre negli ultimi tre anni,
    ma con
    l’attuale volatilità alle stelle dei mercati finanziari, non bisogna mai
    dimenticare che i risultati passati non sono rappresentativi
    dell’andamento che un determinato fondo comune d’investimento può avere in futuro. Tuttavia
    conoscere l’andamento di un fondo comune negli ultimi 5 o 10 anni permette
    all’investitore di valutarne la solidità e la tenuta nel corso di un
    periodo più o meno lungo caratterizzato da cicliche crisi finanziarie.

Tra i fondi esteri più performanti in termini
di redditività
, la palma del più redditizio spetta a “Prosperity
Capital Management”, il fondo delle Isole Cayman che nell’ultimo
triennio ha avuto un rendimento annuale lordo di oltre il 42 per cento; a
seguire “PT Ciptadana Asset Management” delle isole Bermuda che ha reso
negli ultimi tre anni quasi il 45 per cento; meglio di tutti ha però
fatto “Gold 2000 Ltd” che in tre anni ha avuto un rendimento lordo di
quasi il 55 per cento.
 Anche nel medio-lungo termine i fondi citati hanno avuto degli
eccellenti risultati, le quote di “Prosperity Capital Management” si
sono rivalutate in 5 anni di oltre il 55 per cento, quelle di “PT
Ciptadana Asset Mangement” di quasi il 70 per cento e, infine, quelle di
“Gold 2000 Ltd” di oltre il 73 per cento
.
Per quanto riguarda i rendimenti indicati, il calcolo è stato effettuato
in euro e l’incremento si riferisce alla performance lorda
.
Sul piano
fiscale bisogna fare una distinzione tra i “Fondi comuni di investimento
esteri non autorizzati ma armonizzati alla normativa dell’Unione
Europea” e i “Fondi comuni di investimento non autorizzati e non
armonizzati alla normativa UE.
In entrambi i casi, comunque, le eventuali plusvalenze vanno dichiarate
dal contribuente italiano in sede di dichiarazione dei redditi e sono
soggette alla normativa vigente in materia di tassazione di capital
gain.

Se tra i fondi comuni esteri non autorizzati lo storico a 1,5,10 anni,
dimostra un andamento positivo che lascia ben sperare anche per il
futuro, diverso è il discorso per le Sicav e i fondi esteri autorizzati.
Molti di questo fondi infatti hanno intrapreso una strada ribassista
che ha comportato in molti casi una perdita secca in un solo anno
superiore al 30 per cento del capitale inizialmente investito, ma con
qualche eccezione.

Il fondo svizzero “Ubs-Ch Bond Fund USD” ha registrato, infatti,
nell’ultimo anno una variazione lorda di +1,40 per cento, un dato che
apparentemente sembra non esaltante, ma va considerato che si tratta di
un investimento sicuro essendo il portafoglio del fondo costituito
esclusivamente da titoli di stato di paesi debitori
di classe A.
Brillano poi tutti i fondi della Soprarno Società di gestione del
risparmio
, i dati relativi aggiornati al periodo novembre 2010 –
novembre 2011, danno il “Soprarno Global Macro B” come il fondo comune
di investimento più performante
; in 12 mesi ha reso il 7,79 per cento,
una tendenza positiva che sembra continuare anche nell’anno in corso.
Al secondo posto si colloca il fondo “Soprarno Global Macro A” che ha
registrato una performance di +7,38 per cento; in entrambi i fondi
Soprarno
gli investimenti sono costituiti da un mix composto da azioni e
da obbligazioni statunitensi, europee e giapponesi.
I fondi Soprarno non sono legati alla volatilità dei mercati finanziari e
prevedono una commissione dell’1,75 per cento relativamente alle spese
di gestione, mentre non sono previste commissioni per passare da un
fondo Soprarno all’altro.

Tra i fondi che hanno registrato le migliori performance
merita
senz’altro di essere citato “Interf. Bond Japan” che nell’ultimo
semestre ha avuto un incremento di 6,390 punti percentuali, con dei
picchi che nel mese di febbraio 2012 hanno segnato un +7,209 per cento.
Si tratta di un fondo che garantisce un investimento relativamente
sicuro essendo composto per il 97 per cento da obbligazioni estere di
debitori di prima classe.
Un altro fondo da annoverare tra i migliori è “Interf. Inflation
Linked”, uno dei fondi obbligazionari più interessanti che ha avuto un
andamento positivo negli ultimi tre anni registrando un incremento del
21,6 per cento e che, con una volatilità del 4,49%
, è tra i fondi che
meno risente delle turbolenze dei mercati finanziari. Il fondo è emesso
da Fideuram Gestions.

A cura della redazione

Crisi: meglio un’imposta straordinaria sul reddito che IVA ed IMU uguale per ricchi e poveri.

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I tagli lineari e l’aumento delle tasse che colpiscono in egual misura tutti gli italiani, sia ricchi che poveri (e non proporzionalmente rispetto alla propria capacità reddituale) come IVA, IMU ed accise sui carburanti, non porteranno nulla di buono, solo maggiore povertà senza ritorno.
Se questa é equitá !!! 
Meglio sarebbe stato dire a tutti i cittadini in attività: 
“Dovrete pagare un’imposta straordinaria del 5% (per due anni) sul vostro reddito complessivo”, in quanto ciò è necessario per abbassare il debito pubblico e poter risparmiare sugli oneri finanziari causati dallo spread altissimo. 
Ognuno avrebbe pagato quindi il costo della crisi in rapporto alla propria capacitá reddituale e per un periodo limitato.
Si ricorda che il reddito complessivo dichiarato da tutti i contribuenti italani nel 2010 è stato di 792 miliardi che moltiplicato per il 5% avrebbe portato nelle casse dello stato 39,6 miliardi l’anno, cioè 79,8 miliardi in due anni
Il tutto QUINDI senza aumentare le miriadi di imposte e tasse che hanno costretto alla disperazioni milioni di famiglie.

Nei due anni straordinari che dicevamo, si sarebbbe dovuto sicuramente lavorare anche:
  • per una seria lotta all’evasione;
  • tagliare le varie spese inutili
    dello Stato.

Alla fine di questi due anni di sacrifici (senza AUMENTI delle imposte indirette come IVA ed IMU che colpiscono soprattutto la povera gente e tutte le altre tasse ed accise) …
con le risorse recuperate, tra imposta straordinaria e razionalizzazione della spesa pubblica si sarebbe RAGGIUNTO IL PAREGGIO DI BILANCIO, e ci sarebbe stata la disponibilità finanziaria per una seria politica economica:

  • con la riduzione della pressione fiscale su dipendenti ed imprese;
  • il conseguente ampliamento del gettito fiscale potendo contare su una maggiore platea di contribuenti che pagano le tasse. 
Gli aumenti che oggi colpiscono tutti indiscriminatamente, ricchi e poveri allo stesso modo, porteranno alla fame le classe piú deboli, che oggi soffrendo economicamente, ed essendo la massa più numeroosa del popolo, costituiscono il primo motivo della recessione in atto.
Insomma non sappiamo se tale ipotesi “sia pura utopia” in termini di reale fattibilità, ma un’idea del genere, limitata a soli due anni, non avrebbe certamente minato la coesione sociale e la produttività del Paese.

Vi sembra tanto il 5%? Controllate di quanto é aumentata la pressione fiscale “reale” dal 2010 ad oggi !!! Dal 42 al 47,50 circa… Ma non sará solo per due anni…
Non è giusto che l’IMU sia pagata allo stesso modo da un contribuente che ha un reddito di 20.000,00 euro annui ed uno che ne ha invece 100.000.
Non è giusto che l’IVA al 21% sull’acquisto di servizi o altri beni si abbatta allo stesso modo sui contribuenti milionari e su quelli ridotti alla fame.

Situazione economica e finanziaria disastrosa. Italia in collasso…

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SIAMO quasi “ad un punto di non ritorno” e nessuno ne parla.

La «situazione economica e finanziaria» dell’ITALIA è semplicemente “disastrosa”, peggiore addirittura di quanto lo fosse nel “novembre 2011” all’insediamento di Mario Monti.

Ma la cosa più disarmante è la mancanza di preoccupazione di noi cittadini,  per il rischio  “collasso finanziario e default”.

Probabilmente solo allora (quando sarà troppo tardi) ci impegneremo ─ in prima persona ─ ad esempio contro il taglio delle pensioni, degli stipendi, contro i licenziamenti dei dipendenti pubblici, contro una nuova manovra con nuovi aumenti della tassazione e per la mancanza di sostanze per portare avanti le nostre famiglie.

“Prevenire è sempre meglio che curare”, ma a quanto sembra  questi virtuosismi non son fatti per noi!

Fiduciosi che “ogni cosa per quanto grave”  si possa sempre sistemare!

L’abbiamo chiesto ad un CITTADINO GRECO:  1) Immobili che oggi ad esempio valgono 100mila euro domani scendono a 50mila, 2) bibite che oggi costano 1 euro domani il doppio o la metà; 3) licenziamenti nel settore pubblico, 4) taglio delle pensioni e via dicendo…!

Bisognerebbe seguire di più l’amara realtà dei numeri e delle cifre !!  per capire «in quale situazione di crisi cronica ci siamo cacciati».

L’unica certezza … contro tante discussioni, inutili ed a tutti i livelli:  dagli scranni di Montecitorio, al bar degli amici sotto casa.

▬ Il debito pubblico oggi è a quota 2.074,7 miliardi, mentre le entrate fiscali restano stabili. ▬ Bankitalia, per il 2013,  ha confermato le previsioni di “Standard & Poors” sulla recessione in Italia,  con un -1,9 % del PIL, “30 MILIARDI IN MENO DI PRODOTTO”. ▬ Per il 2014 la Banca Centrale Italiana prevede una ripresa dello 0.7% del Pil “spread permettendo” (vista la tripla B che ci siamo beccati qualche settimana fa). ▬ La disoccupazione, a fine 2013 raggiungerà il 13%. In Italia ci sono praticamente 3 milioni e più di persone senza lavoro “nonostante lo cerchino” attivamente, secondo le rilevazioni dell’Istat. ▬ Gli anziani in situazione di emergenza economica. La metà delle  pensioni in Italia non supera i 1000 euro al mese; ▬ L’INPS, per la prima volta dopo tanti anni di attivo, ha avuto un disavanzo; di 9 miliardi di euro. ▬ Non sappiamo se l’IVA aumenta o resta al 21%. ▬ Idem per la vicenda dell’IMU. ▬ La Riforma della Legge Elettorale non è neanche abbozzata. ▬ Le Riforme costituzionali sono solo decretate. ▬ 8553 aziende (fonte il sole 24 ore) sono fallite dall’inizio dell’anno ad oggi, oltre a quelle chiuse di propria iniziativa, che saranno “almeno” altrettante. ▬ L’erogazione di credito bancario alle imprese non riprende ed al momento non c’è possibilità di nuovi investimenti.

Questi indicatori negativi uniti, lasciatecelo dire,  ad un “governo imbalsamato”, con una reazione a catena porteranno al “collasso” economico e finanziario del nostro Paese.

Con tali rosee stagioni in arrivo, cosa fa chi ci governa? Pensa ai Kazaky o a Calderoli che non si dimette; a Matteo Renzi che vuol fare il premier; e al PD nel dubbio se rimanga unito o si spacchi.

Un esamino di coscienza bisogna che lo facciamo tutti.

Spread a 241 punti, minimi dall’8 luglio 2011.

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TISCALI

13 agosto 2013.  Scende ancora  lo spread BTP/BUND a 241 punti base, quota che non si toccava da due anni.

Il differenziale tra il rendimento del decennale italiano BTP e del corrispondente BUND tedesco si attesta a 241 punti base equivalenti  al 2,41%, ai minimi da più di due anni ossia dal lontano 8 luglio 2011.

Ciò significa che il mercato finanziario non segue le logiche politiche conosciute dalla maggioranza dei cittadini.

Gli interessi sul debito decennale italiano ( BTP scadenza al primo maggio 2023) è del 4,15% in calo di due punti percentuali dall’ultima chiusura e quello del Bund (al 15 maggio 2013) che invece segna un rialzo di 5 punti base all’ 1,74%.

Giù  anche lo spread Bonos/Bund a 273 punti BASE.

Il differenziale di interessi Spagna/Germania deriva da  un rendimento del Bonos spagnolo del 4,47%  in calo di 2 punti base.

Lo spread italia/germania come detto, è in forte calo,  un fatto estremamente positivo.

Per esempio di grandezza, se lo spread italiano rimanesse a questi livelli, su un debito pubblico a 2074 miliardi di euro, si risparmierebbero 25 miliardi di interessi all’anno, una somma elevatissima, se si pensa che il governo sta cercando di recuperare 2 miliardi di euro per eliminare l’IMU.

Soldi da spendere per ridurre le tasse e costo del lavoro.

Taglio tribunali: Cancellieri “inevitabile”.

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Taglio tribunali. Il ministro Annamaria Cancellieri in aula al senato l’11 settembre ha dichiarato che l’accorpamento dei tribunali è “inevitabile”.

Ha continuato ”Siamo chiamati ad affrontare l’avvio della riforma per l’accorpamento dei tribunali, operativa dal 13 c.m.,  con spirito costruttivo e lealtà  istituzionale procedendo in corso d’opera al monitoraggio della situazione,  ai fini di una valutazione dell’eventuale necessità di interventi correttivi entro i limiti imposti dalla legge”.

Il Cnf  ha dichiarato la sua preoccupazione per la tensione creata per la soppressione di alcuni tribunali  (tra cui quello di Sala Consilina, oggetto di ferma protesta dei salesi ndr) che non si conforma alle novità per la tutela dei diritti e della giustizia, e ha annunciato che durante la riunione assembleare straordinaria di venerdì 13 si valuteranno il piano istituzionale da attuare contro la riforma che ha tagliato tribunali importanti.

Insomma non sembra che vi sia la parola fine alla riforma attuata, sono stati soppressi tribunali FONDAMENTALI tra cui, come detto, quello di Sala Consilina.

A cura di Ga Merola commercialista in Sapri -SA.

Guida alla crescita del fatturato per il post-crisi. Le imprese dovranno dotarsi di strumenti di controllo di gestione. Esempi.

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Dopo la crisi le aziende piccole o medio-piccole devono dotarsi di nuovi strumenti di analisi gestionale per poter aumentare il proprio fatturato.
Le PMI che durante il periodo nero sono riuscite a sopravvivere e  a mantenere un buon livello reddituale e di liquidità finanziaria, sono state quelle che avevano già introdotto all’interno della propria struttura organizzativa strumenti di controllo di gestione,  di valutazione delle risorse umane, di controllo del cash flow, di determinazione del break even point, di reporting strategico ed operativo ed infine avevano già introdotto piani di marketing aziendale.
La crisi infatti ha fatto emergere in maniera evidente come anche le piccole e medie imprese abbiano bisogno, soprattutto oggi, di una struttura di controllo di gestione che sia in grado di monitorare in maniera continua il proprio ciclo economico-produttivo.


Ciò è evidente nelle imprese che non hanno mai adottato la pianificazione e il controllo di gestione. In questi 2 anni di forte recessione, tali imprese hanno avuto grandi difficoltà economico-finanziarie che in molti casi ha significato chiudere battenti. 


Il cambio repentino degli scenari economici, finanziari e  di mercato ha gettato nel buio molti imprenditori  che guidavano l’azienda senza utilizzare una benché minima risorsa che potesse realizzare una reportistica di pianificazione e controllo con cui avrebbero potuto,  conoscendo le dinamiche produttive e commerciali della propria azienda,  virare con immediatezza verso strategie alternative interne ed esterne per il superamento della crisi STRUTTURALE che ha vissuto il nostro Paese ed il nostro sistema produttivo e finanziario per quanto riguarda le imprese di ogni ordine e grado.


Parliamo di aziende di ogni dimensione e settore. E’ luogo comune che il controllo di gestione occorra solo per le grandi aziende, mentre i fatti hanno provato che le piccole e medie aziende dotate di un sistema di pianificazione e controllo hanno reagito  bene alla crisi con l’exit strategy o strategia alternativa già prevista nel proprio sistema di pianificazione e controllo.
La convinzione sbagliata è quella che la pianificazione industriale e produttiva, la pianificazione strategica, la pianificazione operativa,  il controllo strategico ed operativo sia necessario solo nelle grandi aziende, mentre invece ogni impresa, anche la più piccola può trarre vantaggio economico dall’utilizzo di strumenti di controllo gestionale, e ciò indipendentemente dalla crisi o meno; l’unico errore è che tali strumenti gestionali devono essere personalizzati e strutturati per quella singola azienda in rapporto alla grandezza, al numero di dipendenti, al fatturato, al settore di appartanenza.


Questa  guida non vuole essere assolutamente uno sproloquio sui vari modelli di controllo di gestione, sulle varie teorie e studi inerenti al tema, sulla teoria di Porter, sulle su cinque forze competitive, catena del valore e quant’altro, o su altre e numerose teorie riguardanti i modelli di gestione, ma solo una guida semplice per l’introduzione di  regole e procedure di pratico  utilizzo (valide sempre non solo nei cicli economici negativi) sinteticamente elencate di seguito, al fine di avere un immediato beneficio sulle perfomance aziendali e sui propri fatturati.


Il tutto per dire che occorre una nuova mentalità nel management delle piccole imprese, nella consapevolezza che anche a crisi superata nulla sarà come prima. Una nuova visione, insomma, di come intendere e quindi gestire la propria azienda.


In particolare ci occuperemo di tre attività principali su cui fondare la ripartenza dell’azienda:

  • ANALISI ESTERNA. (MERCATO DI APPARTENENZA E COMPETITOR).
  • ANALISI DELLA STRUTTURA INTERNA.
  • INTRODUZIONE PRATICA AL SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE (ultima ma più importante).

A) Analisi Esterna. 

1) Indagini di mercato.

  •  Elaborazione di un foglio di lavoro (foglio 1) in cui si analizza il proprio mercato di competenza nonché le opportunità di sviluppo futuro e le trasformazioni che ha subito.   
  • Elaborazione di un foglio di lavoro (foglio 2) in cui si confronta con obiettività la propria azienda rispetto ai competitor,  elencando accanto ad ognuno i  propri  punti di forza e di debolezza, con determinazione delle azioni valide e degli obiettivi che l’azienda si pone per il prossimo anno, ed in una successiva o ultima colonna,  i traguardi da raggiungere che siano espressi in fatturato, in volumi di produzione o di  clienti acquisiti (ciò dipenderà dall’azienda e dal settore in cui opera, e nella fissazione del core business da prevedere e monitorare);

2) Strategie di acquisizione di nuovi clienti.

Elaborazione di altro foglio di lavoro (foglio 3) in cui  predisporre un piano strategico a tre anni di riorganizzazione del contatto con il cliente sia esso già acquisito o potenziale, in funzione del nuovo contesto in cui si viene ad operare con l’espletamento delle seguenti attività di marketing:
  • Stima e previsione di azioni efficaci verso i potenziali clienti, facendo un elenco di essi, ognuno con il target obiettivo, e indicando gli importi in volumi che si prevede di fatturare nella griglia triennale sopra menzionata;
  • Elaborazione di un piano strategico del  prodotto o servizio aziendale  che costituisce il cuore dell’azienda affinché esso si distingua (per qualità, per prezzo a parità di qualità, per tempi di consegna o altro), nella sua commercializzazione o proposizione, dai prodotti o servizi dei competitor e possa essere più appetibile dal mercato.

B) Analisi Interna.
 

Dopo aver verificato il mercato di riferimento settoriale e i competitor diretti, attraverso le elaborazioni di cui al punto A, per la sostenibilità e  lo sviluppo del mercato di riferimento occorrerà effettuare un check up interno all’azienda al fine di verificare: 
  • Il grado della forza di vendita aziendale attraverso lo studio attento delle risorse umane disponibili interne ed esterne all’azienda con la misurazione della loro reale predisposizione all’orientamento al cliente, alla centralità in cui pongono il cliente (risorse client oriented) quale fattore determinante di successo;
  • Le risorse umane a disposizione dell’azienda con caratteristiche che collimano con le strategie aziendali, (non sarà più possibile per questo sostenere i costi di risorse non aventi le caratteristiche di cui al punto precedente).  

  • L’occorrenza di un piano sulla propositività  della forza di vendita ed in particolare  la necessità di assegnare alle risorse ritenute idonee singoli clienti o gruppo di clienti  da seguire, che sia già acquisiti o potenziali, fissando con tali risorse gli obiettivi che da essi si attendono in termini di ritorno di fatturato. Assegnazione che il management, come detto, stabilirà in funzione delle peculiari caratteristiche delle singole risorse ed in funzione anche delle caratteristiche personali dei clienti da curare
  • L’occorrenza della fissazione di tempistiche operative in base al target cliente loro assegnato attraverso l’introduzione di strumenti di verifica; (che potrebbe essere un semplice foglio elettronico in cui elaborare una scheda per ogni risorsa e gli obiettivi commerciali loro assegnati con data di assegnazione e verificazione mensile dei risultati ottenuti); 
  • Monitoraggio dei risultati ottenuti tenendo presente che in caso di report non soddisfacenti o completamente negativi occorrerà assegnare con immediatezza e senza indugio tali obiettivi ad altra risorsa anche in corso d’anno.
  • Metodologia di contatto con nuovi clienti:
  1. Attività in ingresso. Gestione di richieste scritte o telefoniche con potenziali clienti. Attività di marketing, telemarketing, pubblicità internet o televisiva;
  2. Attività in uscita. Spedizione di materiale promozionale, comunicazioni via posta elettronica, fax, lettere.
  3. Visite presso il cliente e colloqui diretti personali. 

Riepilogo delle attività di Analisi Interna.

Addetti alla clientela: Valutazione della mentalità orientata al cliente.
Verifica della risorsa rispetto alla sollecitazione del potenziale cliente:
1) Risposta educata=azione passiva; 2) Risposta cordiale=azione passiva; 3) Risposta cordiale e propositiva=azione da privilegiare.

Primo Contatto. Valutazione di ogni punto di accesso del cliente potenziale:

  • Azienda, accoglienza, sito internet, telefono, personale commerciale.

Attività in Entrata.

  • Richieste scritte di contatto via posta elettronica, fax. Valutazione dei tempi di risposta, della propositività e ricerca sistematica del contatto diretto. 
  • Propositività e ricerca di chiusura della vendita o incarico di prestazione.

Attività in Uscita.

  • Spedizione di materiale promozionale. Verifica della  convenienza commerciale, ai fini della vendita, sul canale commerciale e di marketing da utilizzare;
  • Fax, mail, mailing. Utilizzo di tali strumenti per incuriosire o per informare su un opportunità personalizzata, prediligendo la telefonata diretta da o al cliente.
  • Telemarketing. Organizzare un’attività periodica di telemarketing in riguardo alle esigenze e alla potenzialità dell’azienda. Controllo sull’attività propositiva e di interesse suscitato nel cliente.
  • Colloqui diretti. Assicurarsi che i venditori sia fortemente orientati a proporre l’acquisto dei beni e servizi dell’azienda, a chiusura della vendita, e non solo ad esporre l’azienda co i suoi prodotti o servizi.                                            
Si precisa che la guida fin qui esposta è applicabile a tutte le aziende piccole o medio-piccole ma non ad uno specifico settore. Le analisi, quindi, sopra indicate devono essere trasportate per analogia alla singola azienda e al suo particolare segmento di mercato.
In particolare occorrerà far propria solo la logica del piano, in quanto ad esempio un’azienda commerciale è molto diversa da un azienda manifatturiera e da un’azienda di servizi in riferimento alle strategie di marketing da utilizzare. Occorrerà quindi adattare le attività sopra descritte in maniera logica e per grandi linee alla propria azienda, e cambiare le azioni da espletare in riferimento alla caratteristica della propria azienda.
Facendo un esempio, se l’azienda vende servizi di elevato livello professionale, non potrà certamente, per opportunità commerciale, proporsi ai potenziali clienti con mailing periodiche, o contatti porta a porta. Si privilegerà, ovviamente, il contatto diretto, magari dietro appuntamento, e la risorsa assegnata a tale incarico dovrà avere determinate caratteristiche: in questo esempio, in particolare, nel contatto diretto con il potenziale cliente dovrà suscitare in esso in primis serietà e fiducia  e solo in seconda battuta dimostrare di essere tecnicamente molto preparato sui servizi altamente professionali che l’azienda si propone di collocare. 


C) Controllo di Gestione.


La pianificazione ed il controllo gestionale hanno la finalità di supportare le attività di marketing già sopra esposte e già effettuate, al fine di poter redigere un budget economico-patrimoniale su base triennale e sulla base di questo un budget operativo per l’anno successivo; un controllo strategico per la verifica degli scostamenti di quanto pianificato con il budget strategico e quanto realizzato, un controllo operativo per la verifica degli scostamenti di quanto pianificato con il budget operativo e quanto realizzato. In particolare: 
  • Creare un budget strategico, su base pluriennale, in cui saranno fissati gli obiettivi di medio e lungo termine che l’azienda vuole raggiungere, sia in termini di quota di mercato, che di fatturato nonchè di ritorno degli investimenti realizzato in base alla vision del management;
  • Creare un budget operativo, su base annuale, in cui saranno fissati gli obiettivi di breve termine che l’azienda vuole raggiungere, sia in termini di quota di mercato, che di fatturato nonchè di ritorno degli investimenti e contestualmente un controllo operativo, per la verifica mensile degli scostamenti di quanto previsto nella pianificazione o budget operativo e quanto realizzato. 

La sua finalità è in ultimo il controllo ex ante della sostenibilità dei costi previsti.

Questo punto è l’aspetto più importante ed il cuore della guida, in quanto la contigenza e la necessità dell’aumento del fatturato  CI IMPONE di soffermarci su questo preciso strumento di breve termine. E per il quale al termine della guida sarà pubblicato un esempio di budget, pratico e di facile lettura studiato per la pianificazione ed il controllo del solo conto economico, come misura anticrisi, uno strumento sintetico, che permetterà di realizzare la: 

    1. Creazione del budget economico su base annuale;
    2. Il controllo degli obiettivi di fatturato previsti in budget;
    3. Il controllo degli obiettivi di contenimento dei costi previsti in budget;
    4. Il controllo degli indici e rapporti tra costi e ricavi;
    5. La determinazione del break even point secondo la sua determinazione in budget di costi fissi e variabili e il controllo infrannuale del suo andamento;
    6. Contestualmente Il controllo dei margini di contribuzione previsti in budget;
    7. La divisione dei costi per natura sia in budget che a consuntivo per la verifica dello sforamento per singoli gruppi di costi distinti per natura. 
    8. Proiezione trimestrale del budget di cui al punto 1) realizzato su base annuale per la verifica dell’andamento del fatturato e la proiezione di profitto o UTILE per il 31-12-2011.

    E’ chiaro che se la verifica a metà anno non è positiva in riferimento ai punti da monitorare di cui sopra l’imprenditore dovrà prendere delle decisioni immediate ed importanti e adottare una strategia alternativa per chiudere l’anno con un utile operativo.
    Per questo l’adozione di tale strumento è il più importante perchè al di là del marketing esso verifica la sostenibilità finanziaria ed economica della gestione aziendale in corso d’anno.

Molti software di controllo di gestione sono sovradimensionati o sottodimensionati rispetto all’azienda. Troppo sintetici se essa conta più di 50 dipendenti troppo analitici se l’impresa ha un numero di dipendenti inferiore a 50 unità. 
Con l’utilizzo di un normale foglio elettronico invece si potrà costruire un sistema di pianificazione e controllo in maniera personalizzata e proporzionato dimensionalmente all’impresa sia per le informazioni che da esso sistema il management si aspetta di ricevere sia per il  tempo e i costi di una eventuale risorsa che occorre per il suo utilizzo.


Riepilogo della guida:

1) Controllo del mercato di appartenenza e sostenibilità complessiva dell’azienda in rapporto al proprio segmento di mercato. 
2) Analisi della forza di vendita, con previsione dell’azione di marketing rispetto al fatturato atteso.
3) Creazione di un sistema di pianificazione e controllo, sintetico e pratico con cui poter determinare il budget per l’anno prossimo; controllare periodicamente l’andamento dei dati reali rispetto allo stesso budget; intervenire drasticamente qualora ciò sia necessario al fine della sopravvivenza dell’azienda.


Ecco un esempio di budget di conto economico (a mò di esempio solo per alcuni centri di costo) che consentirà di avere nello stesso prospetto due ottiche e visioni diverse di  pianificazione e successivo controllo:  

BUDGET ANNO____
descrizione Ricavi e Costi
Ricavi
Costi fissi
Costi variabili
Ricavi



Rimanenze finali



A) Totale Ricavi
totale
Totale
totale
 Gruppo B. Costi diretti fissi



Rimanenze iniziali



costi diretti



costi diretti



costi diretti



costi diretti



costi diretti



costi diretti



costi diretti



Costo del personale



B) Totale costi diretti
Totale
Totale
totale
A-B) Primo Margine di contribuzione
Differenza tra ricavi e gruppo B


Gruppo C. Costi diretti variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



costi variabili



C) Totale Costi diretti variabili



A-B-C) Secondo Margine di contribuzione
Differenza tra ricavi e gruppo B+C

totale costi fissi
totale costi variabili




  • La prima ottica è verticale a direct costing. Consente di verificare i margini di contribuzione e l’incidenza dei vari gruppi di costi distinti per natura rispetto al fatturato. 
  •  La seconda ottica, (nello stesso foglio) riporta in maniera orizzontale a budget i costi fissi e i costi variabili e consente di determinare il punto di pareggio o break even point. Nello stesso spreed sheets inoltre si potrà creare altro foglio  o altre colonne nello stesso foglio per il controllo mensile a consuntivo. Consentirà di verificare e proiettare i dati reali mensili su base annuale e avere una prima idea sull’andamento reale economico aziendale dell’Impresa confrontando tali dati con il budget annuale.
Chiaramente il prospetto consentirà all’azienda di poter avere in un unico foglio budget e consuntivo infrannuali e consentirà di avere con immediatezza una visione d’insieme.
Il modello da noi realizzato, qui esposto, in forma sintetica, manca ovviamente delle colonne del punto di pareggio, e della struttura dei report consuntivi.

Guida realizzata da Giuseppe Merola – Commercialista – Rivista fiscale Web.

(potrete scriverci attraverso il form presente nel link QUESITI per l’invio del modello completo).


Letta dagli Emirati “Italia fuori dalla crisi”. Squinzi dice il contrario.

Letta negli Emirati Arabi espone il piano privatizzazioni.

“Un ambizioso programma di privatizzazioni con i mercati finanziari in attesa di accoglierlo”. Questo quanto dichiarato dal premier alla TV «Al Arabiya» ricordando che “l’obiettivo italiano è quello della urgente riduzione del debito pubblico, e oltre a questo il piano di dismissioni servirà anche per l’attrazione di investimenti esteri”.

“Mettiamo sul mercato grosse partecipazioni statali come quelle di Sace, di Fincantieri e delle Poste italiane spa”.

Occasioni finanziarie, aggiunge Letta, guardando al danaro sonante dei padroni del petrolio.

«Per la prima volta abbiamo tagliato il debito e tenuto il deficit sotto controllo».

Il PIL crescerà dopo la recessione dell’1% nel 2014 e del 2% nel 2015.

La situazione italiano sta volgendo verso la stabilità”, ha Letta dagli emirati  crisi finita privatizzazionidichiarato il premier.

Non siamo affatto sicuri di questa rosea veduta del futuro prossimo, nè siamo di questo avviso. Se si guardano i dati reali, a quale prezzo sacrificale le micro aziende, le famiglie disagiate e i vecchi pensionati dovranno salvare i grossi gruppi industriali italiani.

Certamente uno “statista” non parla così ai figli degli imprenditori (migliaia) che si sono tolti la vita per causa indiretta della politica economica italiana…

Anche Squinzi la pensa come noi. Guardiamo alla situazione reale, ai dati ISTAT, le prospettive di Letta sembrano di un Paese che sta quasi bene…

Ma il premier replica al Presidente di Confindustria: “Sono convinto che i dati giusti siano quelli del governo”. In obiezione ai dubbi del presidente Squinzi sui dati delle prospettive di crescita.

Secondi noi, i dati reali vanno interpretati e condivisi con i cittadini, che non sembrano affatto tranquilli.

Incontriamo molte PMI, e sono alla volta del fallimento.

Qual’e l’Italia vera?

“Il settimo giorno” del Governo Renzi.

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Il neo-governo Renzi è arrivato solo al “settimo giorno” di attività effettiva è giá sembra che la sua “mission” sia “compiuta”.
Eppure è stato appena il 22 febbraio quando al Quirinale “il Matteo nazionale” ha sciolto la riserva e giurato con la sua squadra di ministri davanti al Capo dello Stato.

E sembra che già abbia completato la sua missione, un mare di parole: pagamento di tutti i debiti delle Pubbliche amministrazioni in 15 giorni per 60 miliardi, 10 miliardi al cuneo fiscale, endorsement del fondo monetario internazionale (FMI), riforme in 4 mesi (una al mese), reddito universale e così via,  fino addirittura all’approvazione della delega fiscale.

Ma quel che resta è l’aumento della TASI.

Volendo esternarvi la nostra sensazione sul neo-esecutivo, solo a 7 giorni dall’insediamento, non sappiamo bene cosa dire, di vero e fuori sistema, ma uno spunto di riflessione lo vogliamo comunque sottoporre a voi amici lettori: “il nuovo governo e Renzi ci sembrano un mare di chiacchiere”

Matteo Renzi ha destato subito una ottima impressione nel suo discorso inaugurale, in Parlamento, per chiedere la fiducia:

C’è una cosa che si può fare subito entro 15 giorni: il pagamento di tutto il pregresso dei debiti delle P.A. per 60 miliardi di euro, con una semplice garanzia della CDP (già daccordo), come liquidità immediata da cospargere nel sistema imprenditoriale e nel ciclo finanziario italiano, e in modo tale da innescare l’anti-ciclicità della ripetizione ciclica della crisi. OTTIMO, un coro di sì, da Squinzi alla Camusso, Vespa: “perchè non fatto prima”!

Di questo fragoroso annuncio oggi non sappiamo più nulla, se non il fatto che l’operazione non è proprio così semplice.

Il progetto Bassanini-Messori ripreso da Renzi prevede la garanzia statale sui debiti della pubblica amministrazione verso le imprese anticipati dalla Cdp attraverso lo sconto presso le Banche.

Praticamente il nostro imprenditore potrà correre in banca e far notare che sul suo credito verso la Pa c’è ora il bollo di  garanzia statale. A questo punto gli diranno che di garanzie statali già ne hanno 400 miliardi!

L’unica garanzia pubblica che potrebbe favorire le imprese è legata a un provvedimento dell’esecutivo che riconosca il privilegio dei crediti delle imprese verso lo Pubbliche Amministrazioni.

La strutturazione dei crediti vantati verso le amministrazioni pubbliche, che vengono dirottati per lo sconto verso conduce a due possibili esiti:

1) La banca sconta il credito certificato all’impresa, ma il tasso è talmente alto , per la forte concentrazione del portafoglio della banca verso lo Stato, che gli interessi assorbiranno integralmente il margine di guadagno;

2) Oppure peggio, che la banca addirittura sequestra il credito all’impresa per ripianare le sue esposizioni fuori bordo e la spazzerà in un soffio.

Questa l’ineffabile soluzione.

Il nostro capitalismo di relazione, benedetto dai nostri vecchi banchieri è un gioco di società come il mercante in fiera, per gente ricca che  non ha pietà per le piccole aziende deboli.

Allora senza passare dalle Banche la CDP dovrebbe concedere il prestito alle Pubbliche Amministrazioni (che restituiranno con mutuo) e i Comuni pagheranno regolarmente e direttamente i propri debiti alle imprese.

Forse meglio…

C’è un altro problema ancora. Anche se il Comune ha i soldi per pagare, l’impresa dovrà dimostrare di essere a posto con i pagamenti contributi ossia esibire il DURC; nel caso non sia così proprio perchè NON E’ STATO PAGATO DAL COMUNE, lo stesso ente non potrà emettere la disposizione di pagamento.

Questa è la realtà di chi come noi sta in mezzo alle imprese, con la massa epatica in disgregazione.

E dopo il settimo giorno del Governo Renzi, almeno questo semplice – tra virgolette provvedimento – si può sistemare o no!

Saluti e speriamo di non dover constatare, tra altri 7 giorni, la realizzazioni di nuovi voli pindarici del governo Renzi e una nuova tassa da pagare.

scrivetemi: studio.merola@gmail.com

Al via una rivoluzione per quattro banche italiane

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Le banche delle Marche, Ferrara, Chieti, Etruria e Lazio da domani saranno al centro di una piccola ma efficace rivoluzione

Cambio per quattro. La Banca delle Marche, la Cassa di risparmio di Chieti, la Banca popolare dell’Etruria e del Lazio e la Cassa di Risparmio di Ferrara saranno presto sostituite da nuove banche che cercheranno di rialzarle dalla crisi finanziaria in cui sono piombate.

Il decreto legge in questione è stato approvato dal Consiglio dei ministri e sarà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale. Deriva dai decreti legislativi 180 e 181 datati 16 novembre 2015 e dalla delibera della Banca d’Italia del 21 novembre 2015. Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia, ha recentemente dichiarato che il nuovo decreto sarà in grado di stabilire in quale modo sarà possibile costituire il Fondo di risoluzione nazionale attraverso il contributo dei vari sistemi bancari, e questo sarà il primo passo per i nuovi organismi.

L’operazione è molto delicata, e il suo costo sarà completamente a carico del sistema bancario che potrà recuperare tutti i soldi spesi solamente a fine operazione di salvataggio, mediante il recupero dei crediti inesigibili o grazie all’acquisto di varie attività tramite terzi.

Il comunicato emanato da Palazzo Chigi esclude forme di finanziamento pubblico contro il default delle banche suddette. Il nuovo regolamento che è stato introdotto dal decreto legislativo, non propone nessun tipo di ricorso al bail-in per ogni tipo di operazione che riguarda il salvataggio delle banche protagoniste di questo lavoro complesso. Nessuna cifra è stata resa nota sul fondo della risoluzione, ma delle fonti molte vicine a questa operazione hanno parlato di un’immediata e veloce soluzione che potrà garantire maggiori volumi di credito sul territorio dove la Banca delle Marche, la Cassa di risparmio di Chieti, la Banca popolare dell’Etruria e del Lazio e la Cassa di Risparmio di Ferrara operano da sempre.

Famiglie e imprese, ecco gli ultimi dati rilevati

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Famiglie e imprese sono al centro di questa importante statistica popolare

Famiglie e imprese al centro dell’attenzione. Nel mese di novembre prosegue il momento positivo dei vari indici di fiducia da parte delle famiglie e delle imprese d’Italia: nel caso delle famiglie la crescita è in netto aumento, un record importante e storico che non accadeva dal lontano 1995, mentre per quanto riguarda le aziende la situazione di crisi resta un decimale al di sopra della rivelazione rispetto al mese di ottobre. I seguenti dati sono stati registrati per quanto riguarda la prima parte del mese di novembre che quindi non includono i terribili fatti avvenuti a Parigi che hanno causato un’onda negativa nei primi segnali di ripresa della domanda interna. Per quanto riguarda le famiglie l’indice cresce a vista d’occhio per il quinto mese di fila con un netto progresso che vede come protagoniste le categorie riguardanti l’economia, il personale e il corrente futuro. Le stime sulla situazione economica in Italia ha avuto un importante salto di qualità dove i pessimisti però prevalgono ancora di circa 20 punti sui cittadini ottimisti, dato dimezzato dalle valutazioni scritte nel mese di settembre.

Dopo le famiglie ecco i dettagli statistici sulle imprese dove il progresso è migliorato di appena un decimale rispetto a qualche mese fa, con delle situazioni diverse in varie settori che riguardano la minifattura, le previsioni di ordini, mentre scende anche il dato relativo a commercio e cresce in maniera positiva l’ottimismo per quanto riguarda le costruzioni e i vari servizi di mercato. Un’altra segnalazione molto importante è quella che riguarda le imprese manifatturiere che sono tornate al saldo nelle attese dell’occupazione: in questo caso sia i cittadini pessimisti che quelli ottimisti sono in perfetto equilibrio, dato che è molto positivo in quanto si riduce in maniera notevole il tasso di disoccupazione in Italia.

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