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Costi di pubblicità in bilancio: trattamento contabile

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Il documento n. 24 OIC ritiene possibile la capitalizzazione dei costi di pubblicità solo quando sono sostenuti per consentire il successo di una iniziativa (lancio di un nuovo prodotto, sviluppo di una nuova attività, etc.), assimilandoli pertanto ai costi di impianto e di ampliamento anche in merito agli altri presupposti richiesti per la capitalizzazione ed alle regole per il successivo ammortamento, indipendentemente dal fatto che la collocazione dei costi di pubblicità bello schema di Stato Patrimoniale sia separata dai costi di impianto e di ampliamento.

Per l’iscrizione nell’attivo dei costi di pubblicità si deve verificare il carattere della non ricorrenza; non si possono capitalizzare costi per pubblicità “di sostegno”. Lo IAS 38 sancisce che non possono essere capitalizzati costi relativi allo sviluppo interno di marchi, attività pubblicitarie, liste di clienti ed elementi similari, in quanto le relative attività di sviluppo non sono distinguibili dall’attività di sviluppo dell’intero business. I costi per materiale promozionale andranno spesati nell’esercizio di sostenimento (depliant, campioni distribuiti alla clientela etc.). Solo nel caso in cui il materiale abbia effettivamente un’utilità pluriennale, potrà essere giustificata una capitalizzazione.

Draghi:La crisi è superata, ripresa resiste …

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Il presidente della Bce Mario Draghi, in occasione della laurea ad honorem ricevuta dall’università di Tel Aviv, ha affermato che l’Eurozona ha superato la crisi, e la ripresa tiene sebbene in maniera modesta.

Da questo blog abbiamo sempre ritenute le parole di Draghi “autorevolissime” anche quando, prima del novembre 2011, aveva avvertito a più riprese che l’Italia si stava avvitando sul debito pubblico (Articolo del 10-11-2011 Crisi finanziaria spread oltre il 7%).

L’OTTIMISMO. Ora a più riprese sta parlando ottimisticamente della crisi affermando che la crisi è superata e la ripresa è resistente. Lo ha detto da Tel Aviv, ma lo aveva già affermato in precedenza. Oggi ha fatto un esame della situazione economica legata alla situazione politica e per Mario Draghi la crisi “è superata e la ripresa dell’eurozona  è resistente e sempre più ampia fra i vari paesi e settori”.

Bonus Stradivarius: aggiornato l’elenco dei licei musicali

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Con Provv. N. Prot. 93483, pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, è stato aggiornato l’elenco dei licei musicali, il quale è stato rettificato rispetto a quello pubblicato in precedenza con Provvedimento n. 50771 del 14 marzo 2017. Questo Bonus prevede l’erogazione di un contributo finalizzato all’acquisto di uno strumento musicale nuovo, in favore degli studenti iscritti ai licei musicali, ai corsi pre accademici, ai corsi del precedente ordinamento e ai corsi di diploma di I e di II livello dei conservatori di musica, degli istituti superiori di studi musicali e delle istituzioni di formazione musicale e coreutica autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Il contributo si applica agli acquisti che gli studenti hanno espletato nel 2017, per un importo non eccedente al 65% del prezzo finale e, in misura non eccedente a 2.500 Euro, nel limite complessivo dell’ammontare stanziato di spesa (15 milioni di euro).

A seguito di un ulteriore aggiornamento e revisione dell’elenco dei licei musicali richiesto dal MIUR sono state apportate le seguenti modificazioni relativamente ai seguenti dati inerenti:

  • il liceo musicale Istituto Paritario Scicolone, Cefalù (PA), Codice Fiscale 06396170828 (liceo musicale paritario);
  • il Codice Fiscale dell’Istituto superiore paritario di Terme Vigliatore (liceo musicale paritario) è sostituito dal seguente:83030990838.

Si ricorda che il Bonus Strumenti musicali spetta agli studenti iscritti e in regola con il pagamento delle tasse e contributi dovuti all’ Istituzione, nell’ anno accademico 2016-2017 o 2017-2018, ai licei musicali, ai corsi pre-accademici, ai corsi di diploma di I° e II° livello dei conservatori di musica, degli istituti superiori di studi musicali e delle istituzioni di formazione musicale e coreutica autorizzate a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Obbligazioni ed obbligazioni convertibili: trattamento contabile

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I debiti inseriti in questa voce di bilancio rappresentano i debiti della società verso coloro che hanno sottoscritto o acquistato successivamente le obbligazioni emesse. La normativa sulle obbligazioni è contenuta negli articoli 2410-2420 della disciplina codicistica ai quali si rinvia. Il disaggio di emissione, le spese di emissione del prestito ed i premi devono essere considerati alla stregua di oneri finanziari (e, quindi, devono essere inseriti nella voce B.17 del Conto Economico) e la quota non di competenza deve essere considerata come un risconto attivo, così come richiesto dal Codice civile. Le obbligazioni vere (per esempio, quelle riacquistate sul mercato dopo l’emissione) devono essere collocate a rettifica del debito per prestito obbligazionario a cui si riferiscono (in Nota integrativa deve essere riportato l0importo del prestito e delle obbligazioni proprie), come sancito dal documento n. 20 dell’OIC. Il loro annullamento, per la differenza tra valore nominale e costo di riacquisto, genera un provento finanziario. I prestiti obbligazionari convertibili si caratterizzano per il fatto che incorporano il diritto per il possessore a convertire ad una certa data il titolo obbligazionario in azioni. Tale conversione si può realizzare solo quando sarà stato deliberato un apposito aumento del capitale sociale. Per tale tipologia di obbligazioni, il documento n. 19 ricorda che lo storno del prestito a fronte dell’aumento di capitale sociale deve avvenire solo alla scadenza del diritto di conversione e limitatamente alla parte per la quale è stato esercitato il diritto.

ICT nel comparto pubblico: quali vantaggi per noi cittadini?

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Quali sono stati i vantaggi nell’uso delle tecnologie informatiche per l’intero comparto pubblico?

In primis, la semplificazione delle procedure interne ed esterne, si pensi all’automazione di servizi, alla completa informatizzazione degli uffici pubblici e delle procedure, all’eliminazione dell’utilizzo del supporto cartaceo, all’introduzione dello strumento di autocertificazione. Altri vantaggi sono rinvenibili nel connubio tra innovazione tecnologica e revisione organizzativa, nel ripensamento dei processi gestionali interni e tra le amministrazioni. Altra variabile che ha un peso determinante per la spinta al cambiamento è la formazione: costituisce una leva indispensabile per tutto il processo di trasformazione non solo nell’ accezione tecnica ma soprattutto in quella di coniugare informatica ed organizzazione, cogliendo nella tecnologia la valenza di motore per il cambiamento ( tale variabile sarà oggetto di ampio approfondimento nell’ allegato quarto dedicato alla comunicazione digitale).

L’integrazione economica dell’Italia nell’UE non può essere definita completa: sul piano normativo si sono avuti  adeguamenti così come in termini di infrastrutture tecnologiche.

I grandi progetti intersettoriali sono stati completati o avviati, da molti tentativi di accelerazione per introdurre le innovazioni nelle singole amministrazioni sono in ritardo. Trasformare la PA è un processo complesso e questo compito risulta particolarmente difficile poiché si deve procedere simultaneamente al passaggio di molte competenze gestionali dai  Ministeri  agli Enti locali; viene meno la visione monolitica della PA e si realizza un sistema integrato di amministrazioni pubbliche. Ma allora quale deve essere la definizione di E-government migliore da accogliere a pieno titolo?

L’E-government è l’insieme delle tecniche per l’utilizzo sui metodi e strumenti del mondo dell’ICT volti a facilitare i rapporti interni ed esterni alla PA a tutti i livelli di governo”.

La portata e la velocità delle trasformazioni associate alla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni sono visibili a chiunque e fanno parte delle routines quotidiane e lavorative, nell’economia, nell’istruzione, nel tempo libero. Sicuramente, a beneficiare di questa rivoluzione e tentata semplificazione burocratica ed amministrativa saremo, soprattutto, noi cittadini del mondo.

Riduzione pressione fiscale con condono e contraddittorio faccia a faccia con l’ufficio

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Percorrere con forza e determinazione l’unica strada possibile:
1) Un condono edilizio e fiscale che porti circa 50 miliardi una tantum;
2) Utilizzare queste risorse unicamente per un robusto taglio delle aliquote fiscali – per lasciare più soldi a pensionati, autonomi e imprese;
3) Assicurarsi nell’anno successivo lo stesso gettito con la pressione fiscale giù, attraverso l’introduzione di un contraddittorio obbligatorio con l’Ufficio per ogni cittadino, che dovrà dimostrare presso l’Ufficio costi e risorse per pagarli.
SI ALLARGA LA BASE DEI PAGANTI TASSE – GARANTENDO LO STESSO GETTITO ATTUALE PUR CON TASSE RIDOTTE…
MA CON PIU’ SOLDI IN TASCA AI CITTADINI E ALLE IMPRESE PER INVESTIMENTI.
RICORDATE L’UNICA VIA PER NON CONTINUARE L’INARRESTABILE DECLINO …
Chi vuole partecipare:

MAP – Movimento Autonomi, Professionisti e PMI
Il sito con le attività del MAP – Movimento Autonomi e Professionisti – a sostegno di Partite Iva, piccoli imprenditori, artigiani e commercianti.
http://MOVIMENTOMAP.IT

Nuova Carta SIA 2017: abbassato il punteggio per avere diritto alla SIA

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La Carta Sia (sostegno inclusione attiva) è uno strumento di sostegno economico per le famiglie italiane che si trovano in condizioni di disagio (ISEE non superiore a 3.000 euro) a condizione che vi sia l’adesione a progetti specifici del Comune per un inserimento nell’ambito sociale e lavorativo. E’ concessa per un periodo massimo di 12 mesi e dal corrente mese di Maggio 2017, come da decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il punteggio per aver diritto alla SIA è stato abbassato da 45 a 25 punti.

Il numero dei nuclei familiari aventi diritto è incrementato così da 80.000 a 400.000. Per poterla richiedere occorre essere in possesso di determinati requisiti economici ed anagrafici; dal punto di vista economico, occorre avere un ISEE 2016 non superiore a 3.000 euro, percepire altri aiuti economici concessi dallo Stato, dalle Regioni o dai Comuni non superiori a 600 euro mensili, non percepire la Naspi o altro aiuto economico per la disoccupazione. Non essere in possesso di auto immatricolate. Per quanto concerne i requisiti anagrafici, è necessario essere residenti in Italia da almeno due anni, essere cittadini italiani o di altro Stato dell’Unione europea, avere un permesso di soggiorno CE di lunga durata per gli immigrati di un paese extra Unione Europea.

Per quanto concerne l’importo mensile della Carta SIA, esso è determinato in proporzione al numero delle persone in famiglia: 80 euro (1 persona), 160 (2), 240 (3), 320 (4), 400 (5 o più persone). Il supporto economico è concesso bimestralmente e viene erogato entro due mesi dalla richiesta con una Carta di pagamento elettronica (Carta SIA) da parte delle Poste.

Con l’importo accreditato è possibile acquistare generi di prima necessità in tutti i negozi alimentari, farmacie abilitate al circuito MasterCard, pagare le bollette di utenza domestica della luce e del gas.

 

Servizi online per il cyber-cittadini: Fisco, Inps, PA, Comuni sempre più digitali

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Quali sono dunque gli strumenti di accesso ai servizi online per il cittadino contribuente?

La risposta va ricercata nell’utilizzo delle smart card . Per poter attuare i piani di erogazione dei servizi on line è necessario  disporre , da parte delle singole amministrazioni , di una Carta Servizi a larga diffusione per l’ accesso a servizi pubblici . In base alla normativa vigente, oltre alla Carta di identità elettronica (CIE), è possibile usare come Carta Servizi  anche una delle qualsiasi carte di firma digitale distribuite dalle Autorità di Certificazione (CA) registrate conformemente alla normativa nazionale.

E’ dunque necessario preservare gli investimenti attuali e futuri delle amministrazioni nello sviluppo dei servizi ed il diritto dei cittadini alla completa interoperabilità delle carte. E’ necessario a tal fine: definire gli standard applicativi che consentano di implementare le applicazioni di servizio in modo indipendente dalle peculiarità della carta utilizzata per l’ autenticazione, garantire una completa compatibilità delle carte di firma e della carta di identità. In previsione dei ritardi nella diffusione della CIE, urge definire una nuova strategia per la disponibilità di carte di accesso ai servizi pubblici. Queste potrebbero essere fornite a pagamento ai cittadini con investimenti del settore privato. E’ necessario che le Pa svilupperanno ,in tempi certi, servizi pubblici online, basati sulle carte di firma, per assicurare al comparto privato coinvolto il ritorno degli investimenti . Per questo si dovranno utilizzare i finanziamenti del Piano di E-government ,privilegiando quei progetti che realizzano in modo mirato queste tipologie di servizi. La carta di identità elettronica sarà utilizzata non solo come strumento di riconoscimento personale, ma anche come unica carta multifunzionale di accesso a tutti quei servizi erogati per via telematica dalla Pa che richiedono l’ identificazione certa dell’ utilizzatore. La firma digitale, che dovrebbe essere integrata all’ interno della carta di identità sarà la modalità di accesso sicuro alle informazioni ed ai servizi online , erogati da soggetti pubblici e privati, e garantirà la validità legale dei documenti trasmessi per via telematica.

Con il documento sarà possibile attivare una lunga serie di servizi quali il rilascio della certificazione anagrafica, scolastica, pagamento IMU, ed altre imposte comunali. La carta d’ identità potrà sostituire il bancomat e la carta di credito per alcune operazioni ed il pagamento sarà basato sugli stessi principi della moneta elettronica. Questa innovazione segnerà una autentica rivoluzione nel rapporto dialettico tra Pa ed i suoi cyber-cittadini. Il processo di emissione della carta di identità elettronica coinvolge il Comune che richiede la Certificazione dei codici fiscali  dei cittadini, popola Indice Nazionale delle Anagrafi (INA), richiede le carte alla Prefettura, emette le carte, organizza e gestisce i servizi locali; inoltre, coinvolge il Ministero delle Finanze che certifica i codici fiscali, l’ Indice Nazionale delle Anagrafi che carica i dati dei Comuni , l’ Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che produce le carte e distribuisce le carte alle Prefetture, la stessa riceve le richieste dai Comuni e distribuisce la carte ai Comuni, il Sistema di Sicurezza Circuito di Emissione (SSCE) che effettua i controlli durante l’ emissione e coinvolge pure l’Autorità  di Certificazione che rilascia i certificati di firma digitale. Dunque condizione indispensabile per l’ ottenimento della CIE è la certificazione del codice fiscale tramite obbligatoria trasmissione dello stesso dal Ministero delle Finanze.

Dossier Enti Pubblici e PA: approfondimento sull’E-Government

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Le riforme avviate prevedono una rivoluzione nella cultura organizzativa della PA. L’obiettivo è passare da un’amministrazione dirigistica, verticale e segmentata ad un’amministrazione orizzontale, orientata al servizio e caratterizzata da fatti scambi informativi tra le sue parti (cliente estero, modello B2B) e verso il territorio circostante (cliente esterno, modello B2C).

Una tale modifica corrisponde alle trasformazioni organizzative che le nuove tecnologie causano e consentono. Per tale motivo, l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione è il punto focale per attivare la riforma delle PA, per la realizzazione delle nuove forme di governo, inteso ingegneristicamente come strumento di gestione e controllo: il Governo elettronico o “E-government”. Le azioni necessarie a conseguire gli obiettivi indicati devono essere caratterizzate da operatività e rapidi tempi di attuazione e devono produrre un elevato rendimento in termini di servizi per i cittadini e imprese, per rispondere positivamente ad una domanda sociale di innovazione sempre più diffusa ed esigente. Tali azioni non possono essere avviate isolatamente, ma devono costituire un insieme coerente ed organico di iniziative che riguardano le infrastrutture, gli strumenti di servizio, i sistemi di erogazione, i contenuti, la gestione del cambiamento. Il salto di qualità nel processo di innovazione nella PA e le nuove conquiste dell’informazione e della tecnologia al servizio dei cittadini portano ad identificare le strategie oggetto dei piani dell’Unione Europea o Nazionale.

Lo sviluppo delle tecnologie informatiche e telematiche e dell’elettronica se fornisce, da una parte, strumenti potenti ed indispensabili per il lavoro delle PA, per i mercati, le imprese e i cittadini, dall’altra, accelera il processo di globalizzazione ed aumenta l’interdipendenza degli attori imponendo così decisioni rapide ed efficacia delle modalità di sviluppo delle stesse. Di fronte ad una società dell’Informazione che subisce un’evoluzione di questa portata, l’istituzione pubblica deve cambiare la sua posizione da spettatore passivo ad elemento proattivo.

“Informatizzare” la PA consente il coordinamento, il raccordo, lo scambio di flussi informativi tra le diverse autorità in un sistema istituzionale pluralistico. In tale modo la PA persegue l’obiettivo dell’efficienza facendo leva sulla tempestività e la rapidità. Ma non basta! La parola chiave è innovare, non informatizzare, così come “E-GOVERNEMENT” significa molto di più di “GOVERNO ELETTRONICO”.

Le nuove tecnologie informatiche rendono possibili forme di cooperazione e coordinazione tra le istituzioni, esse sono strumenti efficaci per permettere nelle amministrazioni di assumersi maggiore responsabilità. Consentono di superare le difficoltà organizzative e di dotazione di professionalità che hanno impedito la costituzione di un sistema amministrativo pluralistico e decentrato. Le nuove conquiste dell’informazione e della tecnologia vengono messe al servizio di un rapporto più rapido diretto e trasparente tra i vari cittadini ed i vari livelli di governo della Res Publica, si profila un nuovo modo di amministrare: il così detto Governo Elettronico (E-government).

Famiglia, Azienda e Patrimonio: Dossier sul Family Business Italiano

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Sembrano essere due i temi di estrema attualità nel nostro sistema economico italiano: i diversi comportamenti adottati dall’imprenditore familiare e la trasmissione dell’impresa. Il “passaggio di testimone” costituisce una valida occasione non solo per trasferire proprietà e gestione ma, pure, per creare valore. Ecco che la successione diventa un’opportunità di tensione positiva, di impulso, di miglioramento e, non è più orientata alla mera conservazione dello status quo, come accadeva fino a qualche decennio fa. Il passaggio generazionale ha una valenza strategica nello sviluppo aziendale dato che dedica un’attenzione particolare alla comunicazione, organizzazione e strategia aziendale ed in famiglia. Si possono trarre le seguenti considerazioni:

  • l’impresa di famiglia è valore: aziende di questo tipo costituiscono, come già detto in incipit, la spina dorsale del sistema produttivo italiano ed apportano un patrimonio di valori organizzativi, strategici ed innovazione, oggi scarsamente valorizzato (ahimè!);
  • il vero rompicapo è fare sistema: l’eccessivo individualismo, la scarsa propensione all’aggregazione ed all’apertura del capitale (“sindrome del 51%) ed ai manager esterni sono fattori ostativi ed inibitori allo sviluppo aziendale. Fare sistema consente di trarre vantaggi in termini di economie di scala, preservando la flessibilità sui mercati e la proprietà del capitale;
  • le fasi di crisi, come quella iniziata nel 2008 e cui stiamo ancora vivendo, enfatizzano i limiti delle imprese familiari. Solo il 14% delle imprese familiari europee giunge alla terza generazione, il 20% negli Stati Uniti ed il 13% in Asia;
  • ruoli, regole, informazione e comunicazione sono elementi che vengono spesso, se non sempre, sottovalutati. La regolamentazione dell’ingresso e del trattamento dei familiari in azienda, la comunicazione strategica sono tutti fattori imprescindibili in una governance di qualità, essendo strumento di continuità aziendale e di competitività;
  • la “sinergia” generazionale è un processo da progettare ad hoc.

La sopravvivenza dell’impresa nel tempo è un fatto aziendale: è questione d’innovazione, strategia di mercato, di leadership, di vision, di organizzazione, di governance. Nelle aziende familiari la governance societaria (ovvero, l’insieme di regole che consentono la direzione ed il controllo di una società), costituisce un elemento decisivo in quanto la predisposizione di un corretto sistema di gestione e controllo consente di ritrovare quella coesione all’interno dell’impresa che costituisce un vero e proprio valore aggiunto. Il momento del passaggio generazionale costituisce la valida occasione per operare in modo tale che il modello di corporate governance possa adattarsi alle esigenze di una gestione familiare d’impresa. Dato che l’azienda è un’entità vivente deve essere gestita ed organizzata. Ma una gestione che voglia definirsi strategica, rivolta al futuro, deve prendere in considerazione i principi, scopi, finalità, valori che non sono solo e prettamente economici. Quando si parla di azienda, dietro al concetto aziendale ci sono persone: uomini, donne, ciascuno con una propria personalità, con proprie emozioni, con propri modi di relazionarsi con gli altri, di vivere la competizione, di giocare la sfida. All’interno delle caselline dell’organigramma che definisce l’organizzazione aziendale, oltre ai ruoli ed alle aspettative legate ad essi, vi figurano competenze, attitudini, motivazioni di singole persone che vivono all’interno di un sistema di relazioni delicate. Il sistema organizzativo è una delle componenti essenziali nell’equilibrio aziendale: esso fa parte del patrimonio aziendale, ovvero di quei valori che sono difficilmente “esportabili” da un’organizzazione all’altra. Come tutte le risorse, l’organizzazione è soggetta ad essere valorizzata nel tempo. Infatti, deve essere chiaro per chi ambisce a diventare un imprenditore e per chi oggi fa l’imprenditore, significa gestire il cambiamento: sul fronte interno organizzando l’azienda e, su quello esterno orientandosi il più possibile verso il mercato. In quest’ottica lo sviluppo interno che, parte attraverso il rinnovamento organizzativo, deve essere inteso come “pietra angolare” di ogni processo di cambiamento, ed offre al soggetto economico il supporto necessario per l’attuazione di qualsiasi disegno strategico. Un’azienda vale per le persone, per le idee di cui dispone: senza idee nessuna azienda può prosperare. Sono le persone impegnate nella gestione ad incidere, con i loro comportamenti, sul futuro dell’azienda. Nel valutare il valore di un’impresa, non bisogna limitarsi alla conoscenza dei risultati, ma occorre delineare un quadro che prenda in esame le idee, i valori, le capacità decisionali ed operative che sono alla guida dell’azienda stessa.

 

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