Esiste un’unica strada, la soluzione delle «riforme e della disoccupazione»  per riprendere a crescere, o INIZIARE a crescere. Prima della crisi, il PIL non aumentava certamente del 10%  e la disoccupazione non era certamente bassissima, anzi!

 Renzi e il suo governo sono impegnato per la soluzione di molti problemi, «ma certamente non potrà  risolverli tutti e solo».

Impegnato nelle riforme e nella disoccupazione, «sembra che faccia confusione» sulla priorità del Paese, che è appunto la disoccupazione.

Le previsioni di Prometeia per il 2014 danno innumerevoli segnali negativi: il Pil è visto in discesa dello 0,2%; gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto cadono dello 0,4%; gli investimenti  del 2,3%; la domanda interna crolla di un altro 0,2%; la disoccupazione ormai si avvia senza freni al 13%.

A tali dati negativi non si possono contrapporre l’aumento delle spese di famiglia dello 0,2%,  e un saldo dell’interscambio di merci con l’estero al 2,8% del Pil.

L’inflazione (al netto di energia e alimentari) è crollata nell’ultimo  mese dello 0,5% (minimo storico anche perché mai prima eravamo scesi sotto quelle di Francia e Germania).

In positivo il calo dei tassi sui titoli di Stato di cui beneficiano «i minori interessi passivi che aiuterà a mantenere il deficit sotto il 3%».

Per il 2014 alla fine i dati moderatamente ottimistici sono stati archiviati già al 30 giugno!

Bisogna individuare le cose più urgenti da fare «tra le Raccomandazioni europee», proseguendo con le riforme ad effetto strutturale nel medio termine dei 1.000 giorni prefigurati dal governo ma iniettando energie per risollevare «la disoccupazione» e aumentare i consumi.

La priorità è quella di rilanciare gli investimenti, l’innovazione e l’occupazione.  Da quest’ultima dipende la fiducia nel futuro che a sua volta contribuisce ad un aumento (vero) nella spesa familiare. Per fare questa operazione vanno trovate le risorse e selezionati gli impieghi.

Le risorse per sconfiggere la disoccupazione devono recuperarsi dalla spending review con  «la ristrutturazione degli enti locali e della voragine “partecipate”».

Tutto ciò è  necessario – ma non sufficiente – nel momento in cui le istituzioni europee non spingeranno per gli investimenti infrastrutturali (materiali e immateriali) e quindi per combattere la disoccupazione.

Perché la politica monetaria della Bce per quanto espansiva (non è priva di rischi per bolle speculative) non può supplire alla politica per l’economia reale e la lotta alla disoccupazione.

Il governo pone in continua evidenza che le riforme sono in cantiere anche se in realtà sono in un cantiere (per il momento virtuale) e fatto di annunci.

Renzi fa confusione sulle priorità, come il lavoro e la dilagante disoccupazione, e questo preoccupa in quanto l’economia reale continua a peggiorare!

Fonte il sole 24 ore. Redazionale del 10 set 2014.

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