L’IMU ritorna a far parlare di sè.

Il PD infatti ha rispolverato l’emendamento al DL. 102/2013 (riammesso) che PUNTA a far pagare “l’IMU sulle prime case di lusso” a  coloro che sono proprietari di abitazioni adibite a prima casa con una rendita catastale di oltre 750 euro.

Interessate 4 milioni e 700mila prime case su quasi 20 milioni di immobili.  La proposta porterebbe nelle casse statali e comunali 1 miliardo e 250 milioni. Ma considerando anche il secondo acconto IMU, ancora non abolito, l’importo incamerabile sarebbe del doppio, ossia di 2 miliardi e mezzo di euro.

La decisione di riammettere l’emendamento sull’IMU è stata presa dei  presidenti della commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Francesco Boccia e Daniele Capezzone. Il testo sarà votato domani.

Intanto Schifani avverte che il PDL non arretrerà di un millimetro. Nessun passo indietro.

Il Centrosinistra, liberatosi (almeno in apparenza) delle imposizioni del PDL, tenta la reintroduzione parziale dell’IMU per il 30% dei proprietari.

Il pagamento IMU dovrebbe però gravare solo sui nuclei familiari più abbienti, in quanto gli immobili con rendita catastale superiore a 750 euro hanno

in media una superficie di 100 mq. nelle grandi città e di 200 mq. nei comuni minori.

La soluzione relativo all’obbligo di pagare l’IMU sulla prima casa, in base alla rendita catastale, è scaturita dal fatto che non si può fare affidamento esclusivamente sulla categoria catastale dell’immobile.

Se l’emendamento va in porto, lo Stato non incasserebbe l’IMU PRIMA CASA per 1,5 MILIARDI di euro esentando il 75% delle prime abitazioni (dei meno abbienti) ed invece incasserebbe 2,5 miliardi di euro, imponendo il pagamento al 25% dei proprietari di abitazioni di lusso.

Sicuramente rimarrebbero esentate le abitazioni di categorie A3, mentre le categorie A2  di grandi superfici, potrebbero superare

la rendita discriminante del pagamento.

 

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