Rimane ormai solo un vago ricordo il
“Monti super compassato”, con la parola misurata, pesata,
zelantemente metrica e inoffensiva.
In poche sere e pochi cenoni abbiamo assistito
alla METAMORFOSI più veloce del secolo
: da incassatore di critiche e di
qualche insulto  – senza proferir parola (anzi a volte porgendo l’altra
guancia) – a distributore di polpette avvelenate, ben incastonate nelle
sue lunghe frasi “apparentemente dimesse”.
Il Premier in carica (fino ad elezioni) è
anche all’inseguimento di Berlusconi nelle uscite televisive, e non solo:
adesso i suo discorsi, degni del miglior stile inglese, sono anche
sapientemente conditi di dolcetti al cianuro. 
Ieri, invitato al programma “Uno
Mattina”,
<udite udite> ha dato del «nano accademico» a Renato
Brunetta, responsabile economico del PDL, e colpevole di aver individuato dieci
punti critici “dell’analisi di un anno di governo Monti”, report
pubblicato ultimamente sul web.
Anche Pier Lugi Bersani sarà rimasto pietrificato
quando MONTI gli ha consigliato pubblicamente di “zittire gli estremismi
settari del suo partito” riferendosi a Vendola e Camusso.
Per poi passare a Fassina, dipingendolo
come ex suo ragazzo di bottega, durante la lotta contro i colossi «Microsoft e
General Electric».
Ancora rispondendo a Berlusconi – che
alcuni giorni fa aveva commentato che “la salita in politica di
MONTI” era una partenza dal “basso basso”, mentre lui era sceso
in politica scalando dal “molto alto” –
ha spiegato che quel “salire in
politica” significava “scendere dalle sue altezze” penso
anche a questo punto fisiche?
Dopo tali dichiarazioni e cotanti
gentilizze, gelide, satiriche e super mediatiche e dopo che il Prof ha mostrato
le sue reali e pericolose essenze, si è scatenata la tempesta:
Renato Boniauti (PDL), sollecitato da
Berlusconi, ha fatto notare al Comitato di Vigilanza della Rai, l’eccessiva
presenza televisiva di Monti, e Sergio Zavoli, dopo la riunione pomeridiana del
Comitato, ha fatto annullare l’invito a MONTI ricevuto dalla “Domenica IN
di Giletti” previsto per domenica.
Brunetta non ha risposto per sè, ma ha dichiarato
che “in democrazia non si silenzia nessuno, e questo detto da un capo di
Governo ci fa tornare a tempi bui”.

Vendola bolla Monti “come distributore sapiente e falsamente
umile di parole stile anglosassone, dietro la vera veste di aspirante unico
padrone dello Stato proveniente da una borghesia ormai passata”.
Infine Bersani (che forse non aveva ancora capito che il vero
avversario del “Con Monti per l’Italia” era proprio il PD) ha
dichiarato che “il PD esige RISPETTO”.
E probabilmente proprio dopo aver inteso la vera strategia del Premier, è
stato immortalato ad una cena con RENZI, che a tal punto potrebbe ritornargli
molto utile.
In ogni caso il Premier, buttandosi sul mediatico (come fanno
d’altronde tutti i politici quando sanno che i propri programmi elettorali sono
abbastanza incompleti), ha capito benissimo che la sua Agenda ha parecchie
falle:
Per esempio è asincrono l’invito a tutti gli italiani di un salto di qualità
nello Stato civile e ad un nuovo senso del bene comune quando questo è legato
solo a questioni macro-economiche e non a dimensioni di singolo cittadino o
famiglia che vive momenti difficili.

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