Austerità e Recessione sono un mix esplosivo che avvelena la situazione economica e finanziaria dell’intera Europa e non solo.

  • L’Austerità è costituita dalle “maggiori tasse e minori consumi” che sia in Italia che nel resto d’Europa costituiscono le linee guida di politica economica introdotte dai relativi governi. In particolare nel nostro Paese, le severe “misure introdotte” non favoriscono la ripresa anzi la deprimono.   
  • La Recessione, almeno per l’Italia è una conseguenza dell’austerità; il nostro sistema produttivo non può contare su un’adeguata domanda interna

 In altri momenti, a questo gap (mancanza di domanda interna), si sarebbe posto rimedio con iniziative atte a favorire l’export, ma sia negli altri Paesi UE che nel resto del mondo non si naviga in acque talmente tranquille che possano consentire “un’allargamento della domanda all’estero” e quindi anche all’Italia.
“Questo avvilupparsi dell’economia a livello mondiale”, non consentirà all’Italia di poter crescere e tirarsi fuori dalle sabbie mobili.
Per il 2012 serpeggia molto pessimismo tra gli analisti e per i motivi innanzi detti  prevedono che nel corso dell’anno diversi paesi usciranno dall’area euro.

Poi c’è il problema dei mercati finanziari.
Il fondo salva-stati, che si basa sulle garanzie dei paesi a tripla A, si sgonfierà come un palloncino per bambini, nel momento in cui la Francia, di lì a poco, perderà il rating massimo.

In Italia, con tutta la buona volontà di Monti, non si può essere ottimisti su presupposti reali:
attualmente stiamo collocando i nostri titoli al 7%, e perdurando per qualche mese questa situazione, i maggiori interessi non permetteranno di raggiungere il pareggio di bilancio, così come previsto dal nostro esecutivo.
E questi sono anche i motivi per il quale lo spread non scende, anzi tende a salire, come venerdì 6 gennaio 2012 quando ha raggiunto circa quota 530 punti.
Quest’anno saranno 400 i miliardi di titoli che il nostro Tesoro dovrà rinnovare, di cui 150 nei primi 4 mesi dell’anno!
 Le conseguenze ? Fuga degli investitori dai nostri btp; in quanto con il passare del tempo e a questi tassi, il rischio di default italiano diventerà sempre più reale: l’Italia non avrà ad un certo punto le possibilità di finanziarie per poter ripagare gli interessi ed il capitale dei titoli del debito pubblico.

“Bisogna prendere coscienza di tale attuale ed amara realtà” per lo studio di interventi che possano invertire questa miscela negativamente esplosiva.
Ad oggi è questa la situazione, e da questa occorre partire, salvo non intervangano fatti nuovi e arrivino risposte positive dall’Europa.

L’ottimismo, però deve regnare sempre sovrano, contiamo solo sul nostro forte popolo.

fonte: Repubblica del 6 gennaio 2011.

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