La Banca Mondiale ha realizzato un’indagine sui Paesi industrializzati chiamata “Paying Taxes 2011” con la quale ha stilato una classifica degli Stati con il più alto livello di pressione fiscale sulle Imprese.

L’Italia, come c’era da attendersi,  è risultata all’ultimo posto, cioè il Paese con il più alto prelievo fiscale in Europa e nel mondo. 

L’analisi del Governatore di Bankitalia Draghi è quanto mai puntuale quando parla di incapacità storica della classe dirigente Italiana di supportare lo sviluppo produttivo delle aziende italiane, impegnate nella sopravvivenza più che nello sviluppo.

Crediamo che certamente le cause di tale handicap per le nostre Imprese (soprattutto ai fini della crescita e dello sviluppo), siano da attribuire alla grande evasione che si registra e si è registrata negli ultimi anni nel nostro Paese, ma crediamo anche che l’evasione sia più l’effetto che la causa della insopportabile pressione fiscale.

Solo negli ultimi anni e soprattutto oggi, – in questo momento sbagliato – anche se lecito di crisi finanziaria si stanno mettendo in campo seri provvedimenti di contrasto all’evasione, che sembrano a dir poco asfissianti.

I vari Governi che si sono succeduti negli anni hanno creato un sistema di norme certamente non dirette all’equità fiscale dei contribuenti ma dirette a difendere interessi di pochi rispetto alla totalità dei cittadini, soprattutto delle classi medie.L’iniquità fiscale ed il mancato pagamento delle tasse da parte di tutti, sono da attribuirsi principalmente ai grandi gruppi di aziende che hanno creato di conseguenza grandi evasioni, e il gettito occorrrente per il mantenimento dello Stato si è chiesto sempre alle Piccole e Medie Imprese, che si sono viste aumentare periodicamente la pressione fiscale sino ad un limite insopportabile,  per coprire il mancato gettito dei soliti furbetti e ricchi del quartierino.

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