Salvini-Speranza: la battaglia a distanza sui verbali del Cts

da

in

AGI – Nuovo round nello scontro tra la Lega e il Governo sulla secretazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico, incaricato dall’esecutivo – subito dopo l’esplosione dell’epidemia da Covid 19 – a trovare tutte le possibili soluzioni all’emergenza.

L’attacco di Salvini

Matteo Salvini invoca “verità” e “trasparenza”, in una lettera al Corriere della Sera. E punta il dito contro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che a suo giudizio “si è preso l’enorme responsabilità di non condividere ufficialmente le informazioni nemmeno con i presidenti di Regione”. Per il leader della Lega “più passa il tempo e più emergono dettagli inquietanti sull’azione di governo”, aggiunge. Il riferimento è ai documenti del Cts resi pubblici nei giorni scorsi, che, a suo dire “svelano una serie di errori”. Oltre alle accuse Salvini chiede al Governo di riferire in Parlamento: “Visto che l’esecutivo aveva uno studio riservato sugli effetti del virus, perché non ha condiviso l’informazione con altri interlocutori istituzionali? Perché non ha reperito subito mascherine, camici e respiratori, ma anzi ne ha spedite tonnellate in Cina? Perché ha ignorato i suggerimenti del Cts sulle zone rosse? Perché, il 21 febbraio, il premier dichiarava ‘è tutto sotto controllo’?”

La risposta di Speranza 

Parole che il ministro della Salute, Roberto Speranza, respinge con fermezza. “La lettera di Salvini è sbagliata perché divide l’Italia e da’ l’idea di un leader piccolo che mette dinanzi gli interessi di parte rispetto a quelli del Paese”, dice l’esponente dell’Esecutivo, durante il suo intervento alla festa del ‘Fatto quotidiano’.

“La secretazione – spiega – è stata una scelta del Comitato tecnico scientifico, perché si trattava di un documento con ipotesi molto variegate, per non diffondere l’allarme per un verso ma anche perché il range di ipotesi al vaglio era molto ampio”. Anche il fatto che esistesse un piano del Governo in caso di pandemia già prima dell’ondata cominciata con il paziente 1 a Codogno – come emerso dalle carte – non è una novità: “Era uno studio in itinere già da metà febbraio, poi completato a marzo. E’ stato un merito fare quello studio”. Insomma, conclude Speranza, sul tema “si è fatto un polverone sul nulla” e non c’era alcuna intenzione di non spaventare la popolazione o coprire “un buco decisionale”. 


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *