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Reddito di cittadinanza 2023 , pochi esclusi dai 18 mesi.

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Reddito di cittadinanza ridotto a 7 mesi fini a luglio 2023 per gli occupabili da 18 a 59 anni, ad eccezione di quelli che non abbiano minori a carico. Il reddito di cittadinanza non cambierà invece per anziani fragili a cui si lascia la massima tutela e per tutti coloro che non possono lavorare per gli over 60 e a chi è senza reddito e a minori a carico ha spiegato il presidente del consiglio Meloni.

Invece in tutti i casi chi percepisce il reddito di cittadinanza lo perderà al primo rifiuto di lavoro (eliminata la congruità) su tutto il territorio nazionale, quindi non si potrà rifiutare il lavoro per la lontananza da casa o altri motivi : o si accetta il lavoro o si rifiuta perdendo il sussidio.

Manovra approvata oggi: 24 dicembre 2022.

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E’ stata approvata oggi la manovra finanziaria 2022.

Adeguamento pensioni all’inflazione pari al 7,3 % che i pensionati percepiranno se la loro pensione non è superiore a 4 volte la minima.

Sgravi fiscali per assunzioni a tempo indeterminato di persone fino a 36 anni di età.

Utilizzo contante aumentato a 5.000 euro, dai 2000 permessi in corso al 31-12-2022.

Superbonus che scende al 90% per le opere di ristrutturazione e adeguamento termico.

Bonus Pellet: confermato il taglio dell’IVA per tutto l’anno 2023

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Bonus Pellet: finalmente è stato approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che taglia l’IVA al prezzo del pellet.

Con il salasso delle bollette in atto il Governo guidato da Giorgia Meloni ha introdotto interessanti novità sul fronte energetico. Dopo gli Emendamenti presentati alla Legge di Bilancio, passa in Commissione di Bilancio il Bonus Pellet. È stato approvato l’emendamento che prevede il taglio dell’IVA dal 22% al 10% per acquistare un sacchetto di pellet necessario per riscaldare la propria abitazione. A quanto ammonta il risparmio? Il risparmio medio per famiglia sarà di 45 euro al mese. Ecco la novità sul bonus pellet 2023.

Pellet: una valida alternativa per riscaldare la casa?

Data l’emergenza energetica ed il continuo rincaro delle bollette luce e gas, le famiglie italiane sono alla ricerca di validi sistemi di riscaldamento alternativi. Tra quelli più economici c’è il pellet. Si tratta di un biocombustibile omogeneo di forma cilindrica prodotto direttamente dall’agricoltura e dalle industrie di lavorazione del legno.

Il pellet è 100% naturale in quanto si produce dagli scarti di legno non trattato. Resta compatto grazie alla presenza di lignina e non contiene colle né solventi chimici. Il pellet viene venduto in sacchi da 15 kg ed ha un costo molto conveniente rispetto ad altri combustibili.

Bonus Pellet: OK al taglio dell’IVA

Tra gli emendamenti presentati alla Manovra 2023, è passato quello relativo all’abbattimento dell’IVA sulla biomassa pellet. Fino a oggi l’aliquota IVA applicata sulla vendita del Pellet è stata del 22%, ma con l’approvazione dell’emendamento si prevede il taglio dell’IVA al 10% per tutto il trimestre dell’anno 2023. Proprio il primo trimestre dell’anno 2023 sarà caratterizzato da temperature rigide e, di conseguenza, era necessario che il Governo intervenisse per calmierare il prezzo a sacchetto di pellet. Il risparmio medio sarà di circa 45 euro al mese.

Bonus Pellet: il nostro consiglio

Dato che è stato approvato l’emendamento che prevede il taglio dell’IVA applicata sulla vendita del pellet, il nostro consiglio è quello di acquistare quanto più sacchi possibile per beneficiare di un enorme risparmio. In un mese in media si consumano dai trenta ai 40 sacchi, pertanto, il buon consiglio è quello di acquistare un centinaio di sacchi di pellet per coprire tutta la stagione invernale 2023. Il risparmio è garantito!

 

 

 

Pensione anticipata 2023: ecco i nuovi requisiti sul piatto

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Pensione anticipata 2023: ecco quali sono i requisiti necessari per poter andare in pensione prima del compimento dei 67 anni. Al centro della Manovra 2023 c’è il dossier sulle pensioni: si discute sulle rivalutazioni monetarie degli assegni previdenziali in base al tasso di inflazione ed all’aumento delle pensioni minime a 600 euro, ma che ne sarà delle pensioni anticipate?

Quali saranno i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata 2023? Il Disegno di Legge di Bilancio 2023 prevede i nuovi requisiti: 62 anni d’età e 41 di contributi. Tra le altre novità della manovra sul fronte previdenziale c’è la proroga dell’Ape Sociale e dell’Opzione Donna.

Pensione Anticipata 2023: ecco la misura flessibile per chi vuole andare in pensione prima

I requisiti standard per accedere alla pensione di vecchiaia prevedono il compimento dei 67 anni e con 20 anni di contributi, oltre che con un importo pensionistico che non potrà eccedere le cinque volte il trattamento minimo. Pertanto, tutti coloro che vogliono andare in pensione in anticipo potranno farlo accedendo alla misura Quota 103. Quali sono i requisiti necessari per andare in pensione prima?

Andare in pensione in anticipo con Quota 103: quali sono i requisiti necessari?

Per accedere alla pensione anticipata è possibile essere in possesso di questi requisiti: 62 anni d’età e 41 anni di contributi. Grazie a questa misura previdenziale sarà possibile andare in pensione in anticipo. Quota 103 possiamo definirla una sorta di Quota 41 a cui sono state apportate delle modiche. Grazie alla misura Quota 103 è possibile superare la misura Quota 102, che prevede la pensione con 64 anni d’età e 38 di contributi. Questa misura è in vigore fino al 31 dicembre 2022.

Quota 103: ci sono penalizzazioni?

La Manovra 2023 prevede la possibilità di accedere alla misura Quota 103 con almeno 62 anni di età e 41 di contributi, ma con un tetto per l’assegno pari a circa 2.600 euro al mese fino al compimento dei 67 anni necessari per avere diritto alla pensione di vecchiaia.

Cosa c’è da chiarire?

Rimane ancora nebulosa e senza una valida risposta la possibilità di continuare a lavorare e cumulare redditi da lavoro fino alla soglia di 5.000 euro.

 

 

 

 

Bonus Cultura per l’anno 2023: ecco quali sono le novità per l’anno 2024

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Bonus Cultura 18APP: per l’anno 2023 sono rimaste congelate le regole secondo il precedente sistema. Cosa potrebbe cambiare dall’anno 2024?

Il Bonus Cultura chiamato 18App è stato prorogato per l’anno 2023: tutti i giovani maggiorenni riceveranno 500 euro per fare acquisti nel settore culturale. Come anticipato dal sottosegretario dell’Economia Freni è stato chiarito che il bonus cultura 2023 sarà pagato seguendo le regole precedenti. Chi riceverà 500 euro da spendere per il settore cultura? Come richiedere il bonus cultura 18APP? Scopriamolo in questa guida.

Bonus cultura 18APP: a chi spetta?

Il bonus cultura 18app consente di ricevere 500 euro da spendere in servizi museali, eventi culturali, libri, biglietti di teatro e di concerti, a prescindere dalla situazione economica. Pertanto, nel 2023 la Carta della cultura Giovani è assegnata ai nati nell’anno 2004 e le risorse sono quelle già impegnate nel corso del corrente anno 2022. Dunque, per l’anno 2023 rimangono in vigore le vecchie regole “congelate”, senza vincoli di reddito e senza valutazione del merito.

Bonus cultura: cosa potrebbe cambiare nel 2024?

Se nel corso dell’anno 2023 il bonus cultura 18app rimarrà congelato secondo le regole precedenti, a partire dall’anno 2024 le cose potrebbero cambiare. Infatti, dal 2024 potrebbero scattare le nuove regole che prevedono l’introduzione delle Carte Cultura e Merito legate al reddito ed al voto di maturità.

Bonus Cultura 18app: come lo puoi usare?

Se nel corso dell’anno 2023 diventerai maggiorenne avrai diritto ad utilizzare il bonus cultura 18app. I singoli buoni per acquistare servizi culturali possono essere spesi per una serie di acquisti su siti e negozi fisici.

Vanno consegnati al negozio e l’importo viene decurtato dal totale. I buoni possono essere utilizzati anche sugli store online: basta utilizzare la funzione reperibile sul portale 18 App per controllare se i buoni generati sono accettati. I buoni non sono cedibili e devono essere utilizzati solo dal titolare.

 

Bonus Mobili a 8000 euro nel 2023: ecco a chi spetta

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Bonus Mobili anche per l’anno 2023: ecco a quanto ammonta il tetto massimo, quanto è possibile recuperare e quali sono le modalità di pagamento.

Continua l’escalation dei bonus ed agevolazioni concessi dal Governo Meloni ai contribuenti italiani. È stato prorogato il bonus mobili per l’anno 2023. Si tratta di una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

La detrazione fiscale deve essere calcolata su un tetto massimo di 8000 euro per l’anno 2023, comprensivo delle spese sostenute per il montaggio ed il trasporto. La detrazione fiscale deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Bonus mobili 8000 euro: chi può beneficiarne?

Possono richiedere il bonus mobili fino a 8000 euro tutti coloro che hanno effettuato una ristrutturazione in un immobile di cui sono proprietari. I lavori devono essere iniziati l’anno precedente per beneficiare del bonus 2023. Nella dichiarazione dei redditi va indicata la spesa sostenuta per l’acquisto dei mobili dopo aver eseguito lavori di ristrutturazione edilizia. L’altro cinquanta % viene restituito.

Bonus Mobili 8000 euro nel 2023: quanto puoi risparmiare?

L’importo massimo che può essere risparmiato è pari a 4000 euro: la somma viene recuperata in dieci rate annuali. I quattromila euro vengono restituiti facendo risparmiare 400 euro di tasse ogni anno per dieci anni. La spesa viene calcolata includendo anche le spese di montaggio e di trasporto.

Bonus Mobili fino ad 8000 euro per l’anno 2023: quali sono le modalità di pagamento consentite?

Per poter accedere al bonus mobili, l’acquisto deve essere effettuato con bonifico, carta di debito o carta di credito. Non è possibile chiedere la detrazione fiscale nel caso in cui si paghi in contanti.

Bonus Mobili fino ad 8000 euro per l’anno 2023. Come fare domanda?

Per richiedere il bonus mobili fino ad 8000 euro per l’anno 2023 è necessario presentare la ricevuta del bonifico, la documentazione di addebito sul conto corrente e le fatture di acquisto dei mobili. È necessario che sia la stessa persona che ha pagato la ristrutturazione edilizia per poter accedere al bonus mobili 2023.

Il nostro consiglio

Una coppia che sostiene le spese per ristrutturare e per acquistare i mobili nuovi deve intestare entrambe le fatture ad un unico contribuente/componente della famiglia.

ISEE Basso 2023: quali sono i bonus che puoi richiedere?

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Isee Basso: scopriamo quali sono i bonus ed agevolazioni che possono essere richiesti per l’anno 2023.

Tra qualche giorno inizierà il nuovo anno 2023, purtroppo dalle previsioni l’inflazione continuerà a galoppare e anche le bollette energetiche subiranno rincari notevoli. Le famiglie italiane e le imprese non riescono a fronteggiare il caro prezzi e sono soprattutto le famiglie disagiate a beneficiare di interessanti bonus ed agevolazioni. Chi ha un ISEE basso potrà richiedere interessanti bonus ed agevolazioni economiche.

Minore è il valore dell’ISEE, maggiore è un numero di bonus e di agevolazioni economiche che puoi beneficiare. Anche gli stessi Enti comunali erogano bonus ed agevolazioni ai cittadini a seconda dell’ISEE.  Ad esempio, le famiglie che hanno un ISEE inferiore a 12000 euro (da gennaio 2023 inferiore a 15000 euro) potranno beneficiare del bonus bollette energetiche. Ci sono altri sostegni di natura economica che le famiglie con ISEE basso potranno beneficiare e richiedere. Ecco un ventaglio di aiuti economici.

Carta acquisti ordinaria

La Carta acquisti ordinaria è una carta di pagamento elettronica concessa a cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico, che hanno un Isee non superiore a 7.120,39 euro. Sulla carta viene accreditata bimestralmente la cifra di 80 euro che può essere utilizzata per la spesa alimentare e per il pagamento delle bollette di gas e luce.

Bonus psicologo

Un altro bonus che può essere richiesto dalle famiglie con ISEE basso è il bonus psicologo. Il valore dell’ISEE deve essere inferiore ai 15000 euro per ricevere un bonus pari a 600 euro. L’importo scende a 400 euro per chi ha un ISEE di importo compreso tra i 15000 euro ed i 30 mila euro. Il bonus psicologo è pari a 200 euro se l’Isee è compreso tra i 30 ed i 50.000 euro.

Bonus libri e scuola

Un altro bonus che può essere richiesto dalle famiglie con un ISEE basso è il bonus libri e scuola. L’ISEE deve essere inferiore a 20mila euro. Si tratta di interessanti agevolazioni che si estendono anche agli anni universitari.

L’euro in Italia è stato errore dimostrabile

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Ormai dopo vent’anni dall’entrata in vigore dell’euro possiamo tranquillamente asserire che l’Italia a peggiorato le proprie condizioni non ci sono dubbi su questo perché basta verificare i problemi economici delle famiglie oggi rispetto a vent’anni fa.

La Svizzera che non volle entrare nell’euro è un’isola felice quando tutti compreso Prodi dicevano che la Svizzera sarebbe fallita avrebbe fatto la fame.

L’euro è la comunità europea per i paesi già in difficoltà come Italia Spagna Grecia è stato il colpo di grazia che se da un lato ha fatto scendere inizialmente gli interessi sul debito,
Dall’altra parte ha causato molti problemi maggiori di quelli che già avevamo. Il debito pubblico italiano è altissimo, ma Giappone e Stati Uniti ci superano ossia un debito pubblico pari al doppio del Pil ma avendo una moneta sovrana possono aumentare o ridurre il debito pubblico secondo le esigenze del paese senza che nessuno gli possa dire cosa fare o cosa non fare. Una Unione Europea che assolo l’euro in comune
ma non la pressione fiscale distrugge il nostro paese e favorisce i paesi forti in quanto le imprese tedesche ad esempio sono favorite delle export a danno delle imprese italiane. Questa è l’unica verità provata che l’Italia non era in grado di entrare in società con Germania Francia e Olanda perché avrebbe perso ancora di più null’altro

Reddito di cittadinanza cosa cambia ..

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Il reddito di cittadinanza dal 2023 cambia ancora:

Il reddito di cittadinanza viene perso se si rifiuta una offerta di lavoro (anche se non congrua)

Il reddito di cittadinanza ancora viene perso dopo 7 mesi per coloro che sono occupabili;

Il reddito di cittadinanza non verrà erogato a chi non ha conseguito la licenza media a meno che non frequenti corsi di formazione.

Una guerra di povertà altro che eliminazione della povertà (di coloro che l’hanno introdotto).

Per inciso il reddito di cittadinanza esiste in molti Stati (germania) e il problema italiano è che il reddito di cittadinanza non è controllato per coloro che non ne hanno diritto.

Oltre a questo onestamente, non credo che ci percepisca solo il reddito di cittadinanza viva in maniera opulenta, anzi l’importo del reddito è un’elemosina e molti devono integrare con il lavoro nero.

Il problema che sta a monte è la incapacità finanziaria di recuperare risorse per aumentare gli stipendi ai livelli reddituali di quelli europei , aumentare le pensioni, aumentare gli stipendi a insegnanti e forze dell’ordine e contemporaneamente pretenderne produttività.

E ritorniamo al problema che crea tutti gli altri problemi : l’Italia non ha risorse , perché il nostro debito pubblico abnorme crea interessi per 70 miliardi l’anno che fanno andare in deficit i conti pubblici .

Il problema del reddito di cittadinanza è che non viene controllato, e che non ci sono risorse.

l’italiano medio è povero , e vive nelle in ristrettezze, ed ecco che le imprese per sopravvivere devono evadere … per bisogno

Locazioni brevi: il Fisco annuncia la stretta. Ecco cosa cambia e chi rischia grosso

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Molti proprietari di immobili ubicati nelle principali città italiane godono della possibilità di introitare i canoni derivanti dagli affitti brevi. Le locazioni brevi o affitti brevi sono contratti di locazione di immobile a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, stipulato da persone fisiche.

A partire dal primo gennaio 2023 ci sarà una stretta relativa agli affitti brevi: sarà previsto l’obbligo di comunicare alcuni dati al Fisco. L’obiettivo della stretta in arrivo ha come obiettivo quello di ridurre i casi di illegalità. Questa stretta è in linea con quanto auspicato dalla stessa normativa comunitaria, assai più severa e stringente dell’attuale normativa italiana.

Stretta sugli affitti brevi dal 2023: ecco cosa cambia

Dal primo gennaio 2023 prenderanno il via le nuove regole riguardo gli affitti brevi. Dovranno essere comunicati all’Agenzia delle Entrate i codici fiscali dei locatori, i dati catastali degli immobili oggetto di locazione e i redditi percepiti.

Le stesse piattaforme di intermediazione immobiliare, tra cui Airbnb, dovranno effettuare la ritenuta in qualità di sostituti d’imposta, versandola all’Erario. I gestori delle piattaforme di intermediazione immobiliare saranno tenuti ad identificare chi dà in locazione i propri immobili tramite i portali telematici. Inoltre, devono essere forniti anche il numero delle operazioni svolte e i corrispettivi percepiti. Già adesso i gestori dei portali di intermediazione immobiliare stanno inviando comunicazioni ai locatari.

Stretta sugli affitti brevi: qual è il nostro consiglio?

I locatari sono invitati a comunicare tutte le informazioni fiscali necessarie e previste dalla normativa comunitaria. Dopo due solleciti da parte dei gestori dei portali, si rischia di essere bloccati e di perdere i corrispettivi. Tuttavia, una volta inviate le informazioni fiscali necessarie, il proprio profilo sarà sbloccato e anche i compensi saranno scongelati.

Il nostro consiglio è quello di adeguarsi e di inviare fin da subito le informazioni fiscali necessarie in modo tale da evitare il blocco del proprio profilo ed il congelamento dei compensi.