Lotta all’evasione fiscale: il contrasto di interessi è una delle soluzioni “possibili”. Detrazione su ristrutturazioni da estendere alle costruzioni ed acquisti di abitazioni.

▬ Il Governo sta cercan una soluzione all’impressionante evasione fiscale. Per debellarla si starebbe pensando proprio al contrasto di interessi, o molto probabilmente al “COMUNE INTERESSE” tra fornitore e cliente.

▬ Questo sistema è già utilizzato per ristrutturazioni edilizie e riqualifazioni energetiche.

▬ Il Dipartimento delle Finanze sta studiando varie ipotesi per favorire l’emersione del nero e combattere l’evasione fiscale, tenendo conto però che l’ampliamento delle detrazioni potrebbe portare a una perdita di gettito all’Erario, che diventerebbe un problema, nel momento in cui , ciò non sarebbe compensata dall’incremento di prelievo eventualmente derivante dalla maggiore fedeltà fiscale dei contribuenti.

▬ Ma si pensi all’allargamento del bonus anche all’acquisto o alla costruzione della prima casa o di altri immobili…

▬ Si assisterebbe ad un ottimo contrasto di interessi.

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▬ Quando si rogita un atto notarile per l’acquisto di un immobile, c’è una evasione pari almeno al 60%, due volte il valore reale del fabbricato, per “risparmiare”  le imposte di registro, le imposte dirette e l’IVA.

▬ Garantendo, ad esempio, agli acquirenti un risparmio d’imposta del 40% del totale delle spese sostenute per l’acquisto o la costruzione dell’abitazione, potrebbe ripartire il settore edile, che, oltre a dare impulso alla compravendita di immobili, farebbe emergere almeno 50 miliardi di nero. (sempre con calcolo spannometrico).

▬ Per costringere le imprese a fatturare e non perpetrare l’evasione fiscale,  non bastano «gli studi di settore, il redditometro, lo spesometro, il riccometro e i controlli bancari» ma serve giustamente “il contrasto di interessi” tra imprese e privati. E’ l’unico modo per combattare la dilagante evasione fiscale, direttamente proporzionale all’aumento della pressione fiscale.

▬ C’è da dire,  però, che molte volte (in principal modo nel settore edilizio)  sono proprio “i privati” ad imporre all’impresa di non voler pagare l’imposta sul valore aggiunto, che incide ─come si sà─  interamente sul consumatore finale, senza possibilità di recupero alcuno.

▬ In tal senso il soggetto privato ha più potere contrattuale: se l’impresa non dispone ─ per l’evasione fiscale ─  come gli si chiede, ce ne sono altre 100 che accettano le proposte del soggetto privato.

▬ Ciò accade soprattutto nel settore edile, dove si concentra la maggior parte del nero.

▬ In questo situazione, per inciso, clienti e fornitori hanno la medesima responsabilità (che dovrebbe esser penale per entrambi!).

▬ Ma passsiamo avanti …. alcuni soggetti hanno interesse a farsi rilasciare la fattura per realizzare un risparmio fiscale, e le imprese fornitrici, sono obbligate, ma anche sollevate dal fatturare il reale introito, soprattutto come abbiamo detto nel settore edile.

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▬ Si pensi a quali maggiori introiti può aver avuto l’Erario con il “bonus ristrutturazioni” e “la detrazione per le riqualificazioni energetiche”.

▬ Un interesse reciproco Stato-contribuenti,  perchè anche i beneficiari delle detrazioni,  hanno avuto rimborsi notevoli, capienza permettendo.

1.  Ristrutturazioni edilizie.

Esempio della validità della detrazione per ristrutturazioni.

Costi di ristrutturazione euro 50.000 oltre IVA = totale spesa  60.500 euro.

a) Il committente avrà tutto l’interesse a ricevere la fattura dell’intera spesa, in quanto avrà un risparmio d’imposta di 3025 euro all’anno per 10 anni = 30.250 euro euro.

b) L’erario su tale somma incasserà subito 10.500 euro per IVA, e sull’imponibile ai fini IRPEF ed IRAP almeno altri 20.000 euro circa, per un totale di introiti immediati di euro 30.500 euro nelle grandi casse statali, sempre vuote.

c) Ciò oltre all’indotto che innescano i lavori di costruzione e ristrutturazione, l’incremento di vendite delle aziende che commercializzano materiali edili, infissi, imprese di lavori idraulici, assunzioni di lavoratori, ecc..

Senza tale norma agevolativa, lo Stato ne avrebbe incassati forse 10.000: 2.200 di Iva + le imposte dirette (con calcolo spannometrico considerando un’evasione del 60% circa).

Certamente,  questa è evasione fiscale, ne parliamo in maniera aperta,  ma è la realtà purtroppo.

Non bisogna però additare sempre le imprese, sono anche i privati, su cui incide l’IVA,  che cercano di risparmiare moneta ed evadere il fisco.

D’altronde il gravame fiscale è a livelli massimi, insostenibili.

Con la detrazioni sulle ristrutturazioni:

È vero che lo Stato dovrà restituire al beneficiario 30.500 euro; ma in dieci anni, mentre l’incasso di IVA e imposte lo ottiene immediatamente.

Poi bisogna considerare:

1. l’eventuale incapienza annuale;
2. l’indotto maggiore;
3. i recuperi per errata applicazione delle norme;
4. l’emersione di evasione fiscale e contributiva.

Certamente il rischio, per l’erario,  è di non coprire il maggior gettito con la detrazione, ma con l’esperienza sul bonus ristrutturazioni, si parte con una buona base dati.

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